Mi presento. Sono uno dei tanti italiani emigrati all'estero per trovare un contratto di lavoro decente. Stanco delle rinunce, delle promesse non mantenute e di nessuna prospettiva di crescita. Innsbruck e Ascoli non sono vicine, ma ho subito scoperto che i collegamenti ferroviari e aerei sono più complicati e meno convenienti di quanto sperassi.
Il giorno del colloquio mi sono trovato a Verona,, con un ritardo di soli 10 minuti, sufficiente però a farmi perdere la coincidenza. Ed essendo l'ultimo treno della giornata, a costringermi a pagare l'hotel e comprare un nuovo biglietto ferroviario a mie spese. La prima cosa che ho pensato non è stata: "i treni italiani arrivano sempre in ritardo" bensì mi sono chiesto come si fa nel 2014 con tutte le soluzioni che l'ingegneria informatica ha reso disponibili ad avere una coincidenza di soli 10 minuti sull'ultimo treno della giornata su una tratta tanto importante. Quando ho chiesto il rimborso mi sono sentito rispondere in burocratichense che non ne avevo diritto perché: non si applica ai "treni oggetto di contratto di servizio". Un po' di delusione e non solo per il mancato rimborso, non solo per i mesi di ritardo intercorsi prima di ricevere una risposta, ma anche perchè una tratta importante viene servita in maniera sporadica e disorganizzata.
Bene, ciò che mi è risultato subito chiaro, è che forse mi conveniva usare l'auto. Ho scoperto con entusiasmo che l'autostrada in Austria costa 80€ per un'intero anno! Non c'è bisogno nè di telepass nè di caselli, si paga una Vignetta da esporre sul parabrezza. Il mio entusiasmo è scemato quando ho realizzato che tornare in Italia costa, andata e ritorno, 100€ di pedaggio autostradale. Per tornare una sola volta a casa, pago più di un anno di abbonamento alle autostrade austriache..
La benzina? In Austria costa meno di 1,4€ per litro in Italia non serve ribadirlo.
La maggior parte delle persone con cui parlo mi dicono: "lo sappiamo, ma cosa possiamo fare, non possiamo cambiare nulla". In psicologia il rinunciare senza provare, perchè siamo già sicuri di non riuscire a far nulla, si chiama anticipazione negativa. Anch'io sono nato in Italia e so bene quanto sia difficile cambiare le cose, ma negli ultimi anni la crisi sta diffondendo consapevolezza. Porsi obbiettivi concreti sta diventando una possibilità concreta.
Spesso polemizziamo, ci scandalizziamo, ci rifacciamo ad etica e grandi ideologie, per poi vedere che all'atto pratico non possiamo fare quasi nulla. Nel mentre le aziende, le cosiddette lobby, si organizzano, tutelano in prima persona i propri interessi, ci investono soldi, studiano, fanno passi concreti.
Quello dei trasporti non è, ovviamente, l'unico punto dove noi consumatori tuteliamo poco i nostri interessi. In Austria se si sgarra le multe sono frequenti, ma basse. Quella che Manzoni e Beccaria definivano la certezza della pena si contrappone alle "grida" e alle punizioni esemplari all'Italiana.
Gli stipendi sono decisamente più elevati a fronte di un costo della vita tutto sommato allineato a quello italiano e i contratti, solitamente a tempo indeterminato, semplificano i rapporti con le banche nella richiesta di un prestito. Alla sanità non vi accenno neppure. Le lunghissime liste d'attesa all'italiana qui non esistono.
è facile inveire contro i nostri parlamentari, il governo, la mentalità italiana. Ma il punto è che non serve a nulla. Non è cambiato nulla e mai cambierà. E vedere nella rivoluzione, nell'estremo opposto, l'unica possibilità è dicotomico. è voler vedere le cose bianche o nere. La realtà è che basta guardare le aziende. Le lobby non sono altro che aziende che si organizzano per tutelare i loro interessi. E lo fanno egregiamente.
Molti preferiscono delegare al loro partito politico la tutela del proprio futuro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Nessuno è motivato a tutelare il nostro futuro più di noi stessi. Possiamo amareggiarci, strapparci i capelli, inveire contro la corruzione e gli sprechi in politica, ma se non ci interessiamo noi, in prima persona, nessun altro lo farà per noi.
Da dove iniziare? Leggere, informarsi! Iniziare a mettere da parte le polemiche e cercare punti di contatto con altri consumatori come noi.
Statistiche alla mano l'italia non brilla per la libertà di stampa (la cronaca nera va fortissimo nei regimi dittatoriali, perché solleva discussioni, indigna gli animi, ma alla fine lascia conserva lo status quo). Il sito online de "il sole 24 ore" .
Libri come: Come si legge il sole 24 ore, Naomi Klein - Shock Economy, Piacersi, non piacere (E. Rolla), Roberto Re - Leader di te stesso, Dale Carnegie - Come trattare gli altri e farseli amici o Dwayne - Le vostre zone erronee sono solo alcuni dei tanti a costituire una base importante per chi vuole smettere di polemizzare a vuoto e piangersi addosso, per iniziare a organizzarsi e tutelarsi.
Il tasso di interesse (taeg) per un prestito in banca si aggira intorno al 10-12% mentre cercando su comparatori online si trovano tassi intorno al 6-8%. Stesso discorso per i voli aerei o gli acquisti online di beni. Molti sono terrorizzati dalla paura di fantomatici hacker e della clonazione della carta di credito. A me è successo, e in due settimane l'assicurazione della carta mi ha restituito 1500€ senza battere ciglio.
Leggevo un articolo interessante di Caterina Soffici, apparso qualche tempo fa su "il fatto quotidiano". Ne riporto un breve pezzo.
Domenica scorsa ho comprato online una macchina usata. Lunedì sera era già sotto casa. Ho fatto tutto online, compreso il permesso di parcheggio e l’assicurazione (tagliando spedito via email e stampato a casa). Non ho pagato tasse, marche da bollo, passaggi di proprietà o altro. Non ho avuto bisogno di Aci, né di notaio. [...]Se volessi aprire un’attività a Londra, stasera potrei comprare online una società. Come ho fatto con l’auto. I prezzi vanno dalle 25 alle 250 sterline, a seconda della tipologia e di quello che devo fare. Domattina potrei iniziare a lavorare. Le prime tasse le pagherei tra un anno e mezzo. E l’Iva, se il mio business ha un giro inferiore alle 85mila sterline, non la pagherei proprio.
A mio avviso non conta tanto quale sia la soluzione proposta per risolvere un problema. E ancor meno mi interessa sapere se a proporla sia destra o sinistra. Conta trovare una soluzione fattibile, a volte privilegiando la concretezza rispetto alle ideologie, e muoversi in prima persona perchè venga applicata.