«Chiunque diffonda, al fine di recare danno alla reputazione, o all’immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate, è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni», si legge nel testo.Mai più microfoni o telecamere nascoste. Tutti gli audio o i video rubati non potranno essere trasmessi se non si vorrà rischiare fino a 4 anni di carcere. Lo prevede il testo del disegno di legge di riforma del processo penale, licenziato ieri dalla commissione giustizia alla Camera. Ma forse già vecchio. Perché dopo le proteste, durissime, dei 5 Stelle, che hanno manifestato in 50 in Commissione, contro quella che definiscono la «porcata due», è arrivata una parziale retromarcia da parte del Partito democratico.La relatrice Donatella Ferranti rivendica la bontà della norma e precisa: «Specifichiamo: non si tratta delle intercettazioni giudiziarie, ma di conversazioni tra privati rubate». Ma perché vietarle? Una svista? «No. Né una svista, né una novità. Lo abbiamo riformulato assieme al governo, lo abbiamo depositato da venti giorni e nessuno ha avuto a che dire fino alla strumentalizzazione dei 5 Stelle».
Intanto è stato approvato. Poi forse faranno marcia indietro o gli metteranno un po' di smalto per farlo sembrare più bello, visto che la porcata non è riuscita a passare inosservata.
Un sentito ringraziamento a tutti quei milioni di cittadini che hanno votato, (anche se ormai alcuni governi fa), i bellissimi che anche oggi ci regalano l'ennesimo giorno da repubblica delle banane.