[edit by reb] accolgo la proposta di chumkiu e wsim e splitto la discussione; qui la parte precedente, che resta dedicata all'italicum; qui invece continuiamo con le differenze di genere
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Il problema è farsi strada in un ambiente dominato da un genere (qualunque esso sia).
Nell'ambito IT non si vedono di buon occhio le donne. Sono poche e nell'immaginario collettivo "non sono adatte" a fare "i programmatori". Perché? Perché hanno una vagina? Non si sa.
Di contro, ne parlavo proprio la settimana scorsa con alcune colleghe, quanti segretari maschi ci sono? Nell'immaginario collettivo, e si discuteva di questo, "un maschio" non è adatto a fare il segretario. Perché? Perché sono fallo-muniti? Non si sa.
Ovviamente una cattiva esperienza, possibile e probabile a prescindere dal genere, non farà altro che confermare questa convinzione, alimentando un cortocircuito già avviato. Non si assumono segretari perché, "ehy, ci vuole LA segretaria. La presenza coi clienti". Non si assumono donne perché, "andiamo... computer e donne? Mia madre non sapeva programmare un videoregistratore".
E come fanno queste persone a dimostrare che possono competere ad armi pari?
L'unico modo per spezzare il cortocircuito è quello di obbligare "a fare numero". Finché non ci saranno abbastanza donne programmatrici, o segretari uomini che faranno esperienza (faranno dire cioè alla gente: "non è vero. Ho conosciuto una tizia che era brava al computer, e un segretario che era preciso e ordinato") il cortocircuito si alimenterà dall'assenza totale di esperienza o dalle poche negative.
In tutto questo, aggiungi all'equazione il fatto che i parlamentari sono i nostri rappresentanti. Per cui è sacrosanto avere una equa rappresentanza di genere, onde evitare che una domini sull'altra (come infatti avviene regolarmente, ma ci sembra tutto normale in nome di una cultura un po' retrograda e difficile a morire, anche tra donne).