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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di Linkato
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    Bufale: occorre che i social rispondano direttamente dei danni...

    Questa è davvero grossa... non ho alcuna simpatia per la Boldrini, ma non si può sopportare.

    Comprendo perfettamente che è quasi impossibile controllare Facebook per lo stesso Zuckerberg, ma è anche vero che ci sono responsabilità penali in tanti settori della vita civile dove il controllo è sempre e comunque difficile (imprenditori, medici, e operatori della sicurezza, ecc...)

    Occorre toccare nel portafoglio e in modo pesante, vedrete che poi la soluzione la trovano...






    http://www.corriere.it/politica/17_a...?refresh_ce-cp
    Primo Ministro Conte: "Sarà un anno bellissimo!"

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di Kahm
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    sono daccordo.
    toccare il portafogli è l'unico modo efficace per educare
    da una parte toccare il portafogli di facebook in quanto il suo modo di amministrare non mi piace
    dall'altra toccare il portafogli di chi crea queste bufale, che ora si sta esagerando veramente

    una mia opinione:
    facebook secondo me ci guadagna in quanto creano visualizzazioni a facebook con conseguenze di incasso per publicità, ora non so se provvederà mai seriamente contro questo fenomeno
    NN vi diro mai chi sono in realta,
    tutti i miei 3D sono orfani, non insistete per farmi rispondere ai 3D aperti da me

  3. #3
    Utente di HTML.it
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    D'accordo anche io.
    Ma deve essere data la possibilità anche ai social di poter chiedere risarcimenti a chi diffonde le notizie.
    Cosi forse impareremo tutti a condividere e dare un "mi piace" senza verificare le notizie.
    Veloce,Affidabile,Economico : Scegline 2

    Se la tua ragazza non te la da, tu non prendertela

  4. #4
    Concordo che si debba dare un taglio alle fake news, ma il problema è sempre stabilire esattamente come senza rischiare di mettere il bavaglio e chi riporta notizie che potrebbero rivelarsi infondante in tutto o in parte in tempi successivi (tipo: Il politico tal dei tali si stia accordando con "altro politico tal dei tali", e poi la cosa non si concretizza. E' fake news da sanzionare o no? Io penso di no. Ma di esempi ce ne sono a bizzeffe).

    Secondo me, comunque, una notizia becera del genere è già passibile di denuncia con le attuali normative, senza bisogno di inventarne di nuove.

    Si tratta di diffamazione: nei confronti di Laura Boldrini che viene fatta passare come quella che passa lavoro sottobanco alla sorella, e nei confronti della defunta sorella che mai invece si è occupata di quanto detto nella notizia. Per di più c'è l'aggravante che si tira in ballo un defunto (il nostro codice penale prevede già un'aggravante nel caso di diffamazione nei confronti di un defunto).

    Servirebbe che la diretta interessata (Laura) sporgesse querela. Resta il problema dei tempi biblici per arrivare a sentenza, ma questo è un problema che esula dalle fake news e riguarda tutta la giustizia italiana, purtroppo.
    «Nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto» - Michael Jordan

    «Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.» - Gandhi

  5. #5
    Ps. non credo che i social possano essere messi in mezzo per richieste danni. Loro sono solo un mezzo, usato da miliardi di persone nel mondo, che scrivono decine di miliardi di post ogni giorno: è impensabile che possano controllarli tutti.

    Sarebbe come condannare le poste perchè il mafioso tal dei tali ha spedito una pallottola di intimidazione per raccomandata.

    La responsabilità penale è personale, se uno scrive una cagata su un muro, su un giornale o su un social network il responsabile è chi l'ha scritta. Il social network deve solo fornire i dati utili all'identificazione dell'autore alle forze dell'ordine.
    «Nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto» - Michael Jordan

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  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di Max Della Pena
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    Tutto deve partire dai genitori e poi dalle scuole, dagli insegnanti, da spot televisivi nei momenti di maggior visibilità per i bambini e ragazzi, occorre inculcare nelle teste quello che si può e quello che non si può fare e dire in rete, si deve istruire su quali sono le conseguenze, si deve far capire che per le bravate ci si rovina la vita.

    Occorre che tutto cambi per avere in futuro generazioni consapevoli, formate, educate, rispettose.

    Adesso scappo perchè devo andare ad urlare alla professoressa che non ha lasciato giocare Carletto con lo smartphone durante le ultime tre ore di lezione!!!!!!

    E lo fa quasi ogni giorno, le ultime 8 volte che sono andato a dirgliene quattro ho ache preso due multe perchè ho parcheggiato il SUV sopra le aiuole dei giardinetti, se non scoppio oggi non lo so come finisce.
    Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    ...and I miss you...like the deserts miss the rain...

  8. #8
    Quote Originariamente inviata da Nuvolari2 Visualizza il messaggio
    Ps. non credo che i social possano essere messi in mezzo per richieste danni. Loro sono solo un mezzo, usato da miliardi di persone nel mondo, che scrivono decine di miliardi di post ogni giorno: è impensabile che possano controllarli tutti.

    Sarebbe come condannare le poste perchè il mafioso tal dei tali ha spedito una pallottola di intimidazione per raccomandata.

    La responsabilità penale è personale, se uno scrive una cagata su un muro, su un giornale o su un social network il responsabile è chi l'ha scritta. Il social network deve solo fornire i dati utili all'identificazione dell'autore alle forze dell'ordine.
    Scusa ma le Poste sono un esempio fuori luogo. Infatti loro sono tenute al rispetto e alla tutela della privacy, mentre lo scopo dei social è proprio l'esatto opposto, dare visibilità a quello che scrive la gente, ossia una mission molto più simile a quella dei giornali.

    Quindi, così come esistono regole e responsabilità (anche penali) per i direttori dei giornali allo stesso modo si dovrebbero stabilire regole e limiti per i titolari dei social. E se questi non sono in grado di verificare i contenuti che diffondono allora, almeno nei casi più gravi, dovrebbero essere chiamati a risponderne.
    Troppo comoda nascondersi dietro al "come faccio a controllare tutto...", arrivando addirittura a alzare barricate con la scusa di voler proteggere la privacy di coloro che infamano, quando non addirittura attentano alla sicurezza degli altri.
    Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)

  9. #9
    Quote Originariamente inviata da webus Visualizza il messaggio
    Scusa ma le Poste sono un esempio fuori luogo. Infatti loro sono tenute al rispetto e alla tutela della privacy, mentre lo scopo dei social è proprio l'esatto opposto, dare visibilità a quello che scrive la gente, ossia una mission molto più simile a quella dei giornali.

    Quindi, così come esistono regole e responsabilità (anche penali) per i direttori dei giornali allo stesso modo si dovrebbero stabilire regole e limiti per i titolari dei social. E se questi non sono in grado di verificare i contenuti che diffondono allora, almeno nei casi più gravi, dovrebbero essere chiamati a risponderne.
    Troppo comoda nascondersi dietro al "come faccio a controllare tutto...", arrivando addirittura a alzare barricate con la scusa di voler proteggere la privacy di coloro che infamano, quando non addirittura attentano alla sicurezza degli altri.
    100 miliardi di messaggi al giorno, forse di più. Mi spieghi come si possono controllare? Non ha senso promulgare una legge che nei fatti non potrebbe essere rispettata da nessuno, dicendo: "fatti loro".

    Ma al di là di questo mero aspetto tecnico, in ogni caso è concettualmente errata: la responsabilità penale è personale. Se Tizio scrive una scemenza ne risponde in prima persona.

    L'esempio dei giornali non calza perchè un giornale ha uno spazio preciso che viene occupato da articoli selezionati dalla redazione, che ha un capo redattore che a sua volta ha un direttore di giornale. Quindi in quel caso ha senso che ci siano sanzioni in caso di articoli diffamatori: chi lo ha scritto è responsabile, e chi ha deciso di pubblicarlo... pure.

    In un social network queste due figure coincidono: sul mio wall ci finisce ciò che ci scrivo io, e ciò che io ho deciso di pubblicarci sopra.

    Un social network non ha una redazione, e non ha senso che debba averla: non decide e non seleziona nulla. Ti dice: questo è il mio enorme muro, questo pezzettino lo do a te e ti permetto di scriverci quello che ti pare. Chi decide di usare un social lo fa assumendosi in prima persona la responsabilità di ciò che pubblica, proprio perchè non c'è nessun "papà" a monte che vagli, controlli e filtri eventuali contenuti poco ortodossi.

    Comunque non capisco dove sia il problema: è indubbio che il diffamatore è colui che il tal messaggio l'ha scritto e pubblicato sulla propria bacheca. Basterebbe incriminarlo, e perseguirlo a norma di legge.
    «Nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto» - Michael Jordan

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  10. #10
    Ps. ah, proprio perchè le poste nascono per inviare messaggi tutelati dalla privacy, dovrebbe essere organo super partes che ha il diritto di controllare il contenuto (cosa che infatti avviene: si chiama ispezione postale) ed eventualmente essere ritenuta responsabile se qualcuno utilizza raccomandata 1 per inviare pallottole ai magistrati. Ovviamente anche in questo caso non è così, ed è giusto che non lo sia. Ma avrebbe concettualmente più senso: gestisci un network dove utenti si scambiano messaggi privati che possono essere pericolosi, tu organo superiore controllali in modo riservato, senza divulgare informazioni (privacy non vuol dire: nessuno sa nulla, nessuno controlla).

    Altro discorso per un social: proprio perchè la sua natura è quella di consentire la pubblicazione di messaggi ai quattro venti senza alcuna privacy, non ha senso che ci sia un controllo a monte. Chi scrive una fesseria è già automaticamente individuabile e può essere chiamato a risponderne.
    «Nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto» - Michael Jordan

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