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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    Facebook ed il caso Cambridge Analytica

    Stavo leggendo del "caso" Cambridge Analytica/Facebook e sono perplesso.

    Praticamente, a quanto ho avuto modo di capire dai confusi articoli che si trovano qua e la, l'attacco è partito sfruttando un banalissimo quiz utilizzato da meno di 300 mila persone, coinvolgendone però oltre 50 milioni. Avviene in questo modo:

    - L'utente apre un'applicazione collegata a facebook. Applicazione o giochino o quiz o test o qualunque altra cose.
    - Facebook mostra all'utente i permessi richiesti dall'applicazione per poter funzionare.
    - L'utente clicca "continua", senza nemmeno leggere, e si gode la sua bella app o giochino o quiz o test.
    - Fra i permessi dell'app c'era la possibilità di leggere la lista degli amici, le informazioni personali, i post etc. L'utente non l'ha notato perché queste cose non si leggono mai.
    - L'app "salva" tutte queste informazioni in un suo database.
    - Il database dell'app si popola dei dati di tutti coloro che hanno utilizzato l'app, più i dati di tutti coloro che sono nella sua lista contatti, più eventualmente qualche altro "amico di amico" che ha una privacy policy troppo larga su facebook, ed ha sostanzialmente un profilo pubblico.

    In pratica clona tutti i dati dei profili facebook collegati al profilo di chi ha utilizzato l'app, e non è nemmeno un attacco: è il normale funzionamento di facebook che lo permette.

    È un po' come se qualcuno convincesse tutti a mettere tutti i propri soldi in una cassaforte, dando la possibilità di condividere le chiavi con chiunque, anche inavvertitamente, e se un tuo amico per qualche motivo si facesse "fregare" da un'app del genere, anche la tua cassaforte di fatto sarebbe aperta.


    Ho capito male?

    Se così fosse il colpevole non sarebbe neanche, secondo me, Cambride Analytica o chi usa questi sistemi (pare che in questo caso siano stati sfruttati da Trump, ma leggevo che anche Obama a suo tempo utilizzò sistemi simili per profilare milioni di elettori).

    Il colpevole è facebook che ha delle politiche di protezione dei dati patetiche.

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    Quote Originariamente inviata da lnessuno Visualizza il messaggio
    Il colpevole è facebook che ha delle politiche di protezione dei dati patetiche.
    secondo me la colpa e' un po' di tutti:
    -di C.A. che in modo subdolo anche se legale (almeno a quanto pare) ha carpito i dati
    -di facebook che, come giustamente dici tu, ha delle politiche di protezione ridicole
    -degli utenti che condividono allegramente e senza problemi anche il colore della loro biancheria intima on line senza porsi il problema o senza pensare che certe cose in un modo e in un altro diventano sostanzialmente di dominio pubblico.

    per quanto poi bisogna vedere cosa realmente riescono a fare con questi dati.
    ...and I miss you...like the deserts miss the rain...

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    Gli utenti secondo me solo in parte sono colpevoli.

    Io posso essere anche il più accorto sul pianeta, ma facciamo un'ipotesi:

    - la mia policy è di lasciare che i miei amici possano vedere la mia lista contatti
    - ho qualche post politicamente interessante (per es. un articolo riguardo ad una vicenda specifica)
    - un amico "pirla", un bel giorno, decide di fare quiz (o di usare quell'app, o quel giochino). Non si accorge che fra i permessi necessari c'è la lettura della lista contatti.

    Potenzialmente, anche io finirei "schedato" perché Facebook permette ai miei amici di leggere quei dati, e di conseguenza anche le applicazioni che vengono utilizzate dai miei amici possono farlo.

    O no?

  4. #4
    Moderatore di Windows e software L'avatar di URANIO
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    O no?
    La vera domanda che dovresti farti è: perché è possibile?
    Perché è così semplice gabbare il cliente? Lo stesso problema c'è con le applicazioni android/Iphone, "per installare devi accettare questo, questo, questo" senza spiegare che uso ne viene fatto.
    Perché non bloccano l'accesso a tutte le informazioni e le abilitano solo per applicazioni PLURI certificate?

    Perché il sistema è stato progettato proprio per questo. Facebook vende informazioni, non lo può fare direttamente e quindi lo agevola attraverso questi sistemi. Lo stesso fa google.

  5. #5
    Utente di HTML.it
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    Facebook dovrebbe limitare l'accesso dei dati degli amici, alle app/plugin utilizzate da un utente.

    Se gioco a Candy Crush Saga, questa app, deve avere accesso alla mia lista di amici ( id facebook ) e ai dati dell'app stessa ( punteggio, livelli etc.etc. ).

    Non deve aver accesso all'elenco di app, ai post, ai commenti, ai like etc.etc. in quanto non sono dati che devono essere condivisibili.

    Ricordiamo che comunque Facebook è una società e come tale, deve trarre profitto da ogni sua azione, pertanto non è da escludere che abbia fornito tali dati consapevolmente.
    Veloce,Affidabile,Economico : Scegline 2

    Se la tua ragazza non te la da, tu non prendertela

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    Quote Originariamente inviata da lnessuno Visualizza il messaggio
    Gli utenti secondo me solo in parte sono colpevoli.

    Io posso essere anche il più accorto sul pianeta, ma facciamo un'ipotesi:

    - la mia policy è di lasciare che i miei amici possano vedere la mia lista contatti
    - ho qualche post politicamente interessante (per es. un articolo riguardo ad una vicenda specifica)
    - un amico "pirla", un bel giorno, decide di fare quiz (o di usare quell'app, o quel giochino). Non si accorge che fra i permessi necessari c'è la lettura della lista contatti.

    Potenzialmente, anche io finirei "schedato" perché Facebook permette ai miei amici di leggere quei dati, e di conseguenza anche le applicazioni che vengono utilizzate dai miei amici possono farlo.

    O no?
    come ho detto anche nel mio primo post, concordo con te che la gestione della privacy di FB sia al limite del ridicolo anche se, essendo un "social" e quindi sostanzialmente un sito dedicato al <farsi-i-fatti-degli-altri>, il discorso privacy assume sfumature particolari.

    tralasciando questo aspetto pero', la responsabilita' di cio' che viene condiviso e' pur sempre di chi pubblica e se pubblichi qualche cosa di particolare su di "te" o che in qualche modo ti puo' "catalogare", devi essere consapevole gia' a priori che e' un po' come metterlo in piazza.

    alla fine e' la stessa cosa che succedeva quando confidavi o dicevi qualche cosa ad un tuo amico fidato e poi questo l'andava a raccontare al suo amico fidato e poi questo lo raccontava al suo ...ecc. in epoca pre-social.

    Ora con FB succede piu' o meno la stessa cosa, pero' elevato all'ennesima potenza.

    quello che pero' infastidisce moltissimo e' il modo estremamente subdolo in cui certe informazioni vengono carpite. non hanno neanche il buon gusto di dirti <tutto quello che scriverai potra' essere usato contro di te>
    ...and I miss you...like the deserts miss the rain...

  7. #7
    Utente di HTML.it
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    Quote Originariamente inviata da vonkranz Visualizza il messaggio
    -degli utenti che condividono allegramente e senza problemi anche il colore della loro biancheria intima

    per quanto poi bisogna vedere cosa realmente riescono a fare con questi dati.

    appunto visto l'elevato livello culturale delle cose che girano su fb mi chiedo ancora, da ignorante in materia, cosa se ne fanno trump, obama o chi per esso di informazioni tipo il colore della biancheria o la squadra che tifo o la birra che bevo??
    lo capisco a fini commericiali, mi profilano e mi propongono acquisti aderenti al mio profilo, ma per il resto?
    BooTzenN

    Il problema quantistico è così straordinariamente importante e difficile che dovrebbe essere al centro dell'attenzione di tutti

    Opera browser..making you faster!

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    Quote Originariamente inviata da bootzenn Visualizza il messaggio
    appunto visto l'elevato livello culturale delle cose che girano su fb mi chiedo ancora, da ignorante in materia, cosa se ne fanno trump, obama o chi per esso di informazioni tipo il colore della biancheria o la squadra che tifo o la birra che bevo??
    lo capisco a fini commericiali, mi profilano e mi propongono acquisti aderenti al mio profilo, ma per il resto?
    anche secondo me avere certe informazioni potrebbe servire a condizionarmi (forse) nel comprare una tv di un certo tipo piuttosto che un altro. ma ho diverse riserve sul fatto che possano servire a condizionarmi su qualche scelta piu' profonda e/o importante. piu' probabile che servano loro per avere degli indici di tendenza piu' o meno accurati a fini statistici. ma e' una mia opinione personale.
    Ultima modifica di vonkranz; 21-03-2018 a 18:28
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  9. #9
    Quote Originariamente inviata da URANIO Visualizza il messaggio
    La vera domanda che dovresti farti è: perché è possibile?
    Perché è così semplice gabbare il cliente? Lo stesso problema c'è con le applicazioni android/Iphone, "per installare devi accettare questo, questo, questo" senza spiegare che uso ne viene fatto.
    Perché non bloccano l'accesso a tutte le informazioni e le abilitano solo per applicazioni PLURI certificate?

    Perché il sistema è stato progettato proprio per questo. Facebook vende informazioni, non lo può fare direttamente e quindi lo agevola attraverso questi sistemi. Lo stesso fa google.
    Non sono d'accordo. Facebook NON è nato per vendere informazioni ma per CONDIVIDERE.
    La gente ama condividere le proprie faccende, più o meno personali e più o meno private, e ce ne sono diverse che ci hanno pure costruito delle fortune sopra.
    Poi, se la gente è così entusiasta di condividere pure il colore della propria biancheria, non è che - dopo - si può lamentare troppo se il mondo lo viene a sapere.

    La condivisione è nello spirito stesso, nella ragione di esistere di Facebook.
    E perché parlare di "clienti"? Mica lo paghi il servizio che ti danno. Ti senti poi defraudato se scopri che c'è gente che ci specula sopra? oh, povera anima... Ma le indagini di mercato che ci assillano da anni cosa sono allora?

    Il problema della privacy su Facebook è un ossimoro.
    Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    A parte il tono saccente sono d'accordo con webus.


    Comunque secondo me il torto di facebook risiede soprattutto nella leggerezza con cui avvisa gli utenti "ah guarda che se usi questa roba qua gli concedi di leggere tutto ciò che hai scritto e ciò che hanno scritto i tuoi amici. Vabbé sticazzi dai ".

    Secondo me dovrebbero come minimo esserci:

    1) un filtro, per ogni utente, che specifica la volontà di far leggere i propri dati da app utilizzate da altri amici (questo è fondamentale. Anche se mi piace condividere il colore delle mutande che sto indossando oggi non mi va che qualche app si registri la mia preferenza solo perché un mio amico ha deciso di usarla)

    2) un avviso molto più chiaro quando si permette alle app di accedere ad informazioni potenzialmente sensibili, soprattutto quando riguardano terze persone

    Che facebook guadagni su queste informazioni, vendute più o meno all'insaputa degli utenti ci sta. Che non faccia nulla per permettere agli utenti di decidere in merito, secondo me, è criminale.

    Poi personalmente, fin dagli inizi visto che il personaggio che guida quell'azienda non mi da alcuna fiducia non sono abituato a scrivere cose importanti o riservate su facebook... mi limito a postare qualche cagatina e/o qualche video che mi piace. Ma non per questo è lecito approfittare di chi ne fa un uso più disinvolto solo perché non è abbastanza sgamato da pensare che non c'è nulla di gratis in quel servizio.

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