Che ci fai con 3 giga nel motore?
Intel riprende a sfornare processori dalle prestazioni esasperate; che saranno immediatamente vanificate da versioni di Windows e programmi applicativi ancora più affamati di potenza. Una rincorsa che non migliora la velocità di comunicazione e lavoro, ma fa aumentare i loro profitti.
FRANCO CARLINI
Davvero ho bisogno di cambiare ancora una volta il personal computer per dotarmi di uno equipaggiato con un processore centrale Pentium IV, il cui orologio batte alla frequenza di 2,5 gigahertz, ovvero 2,5 miliardi di volte ogni secondo? E non mi converrà forse aspettare il nuovo Pentium che supera la barriera dei 3 giga? Tali fantastiche prestazioni sono oggi offerte dalla casa californiana Intel, che è il fornitore della gran parte dei Pc e che due anni fa era stata insidiata, quanto a velocità dalla più piccola ma dinamica Advanced Micro Devices. Una gara continua, con sorpassi e inseguimenti, che tuttavia non appassiona più quasi nessuno.
La risposta alla domanda di cui sopra e allo stato attuale delle cose è «no», per la gran parte degli utilizzatori personali e anche per quelli professionali. Non se ne sente il bisogno pratico, né il desiderio, perché il vantaggio che deriva dal fatto di avere dei motori così pot enti non è quasi mai apprezzabile; In certi casi è addirittura inesistente. E infatti, anche indipendentemente dalla crisi economica generalizzata, sia le aziende che le famiglie non prevedono significativi acquisti di nuovo hardware nell'anno a venire. Anzi è già successo: per la prima volta nella storia dei Pc, le vendite anno su anno risultano in discesa, né si vedono significative tendenze perché la curva degli acquisti si impenni di nuovo; non almeno nei paesi più digitalizzati.
Il motivo, a ben pensarci, è del tutto evidente: in molte case americane (il 75 per cento circa) il computer già c'è, anzi magari ce n'è più di uno. Vengono usati essenzialmente per fare le seguenti cose: 1) connettersi alla rete Internet, per navigare nel web e per fare un po' di posta elettronica; 2) scrivere documenti, lettere, relazioni, ricette e quant'altro; 3) fare girare dei video giochi.
Di queste prestazioni soltanto l'ultima, ovvero i giochi dotati di grafiche eccellenti e di animazioni veloci richiedono una potenza significativa, ma quella che era fornita da un Pentium III del 1999, pari a 500 megahertz (mezzo giga) è di norma più che sufficiente. E anche se uno vuole vedere dei film, leggendoli da un Dvd, un processore da 1,5 giga gli restituisce una fedeltà identica a uno che corra il doppio.
Oltre a tutto siamo in presenza di un vero paradosso, che tutti gli utenti di computer vivono con fastidio crescente: malgrado la potenza del processore, le lentezze ci sono lo stesso. Quando la macchina viene accesa possono passare 2-3 minuti prima che sia pronta a operare: impiega infatti tutto quel tempo a caricare il sistema operativo e i vari software che i costruttori hanno deciso che debbano essere a portata di mano. Se poi si lancia un programma applicativo, come per esempio la potentissima e recente versione di PhotoShop (un software per la grafica avanzata) passano altri minuti di inutile attesa. Ci hanno dato un motore della Ferrari costringendolo nel telaio di una Panda e facendolo correre su stradine dissestate.
La memoria corre con nostalgia al vecchio Apple McIntosh del 1984 che il suo ideatore, Steve Jobs, volle che fosse pronto all'uso in soli 28 secondi che egli considerava il tempo massimo di attesa che una persona potesse tollerare: per riuscirci i progettisti fecero i salti mortali, imprecando e maledicendo, ma alla fine quella soglia temporale venne rispettata.
Se finora molti sono caduti nella trappola del cambiare Personal computer ogni due anni, è grazie al «complotto di Andy e Bill». Questa espressione venne coniata dallo studioso del Massachusetts Institute of Technology, Nicholas Negroponte, per indicare il rapporto simbiotico e sinergico tra Andrew Grove (allora presidente della Intel) e Bill Gates della Microsoft: la Intel ogni hanno sforna processori più veloci e memorie più grandi e questo dà la possibilità ai produttori di software com e Gates, di realizzare dei programmi sempre più ricchi di prestazioni e sempre più esigenti quanto a potenza di calcolo e occupazione di memoria; a loro volta questi mostri software domandano un hardware sempre più potente e il ciclo continua, secondo quella che è stata anche chiamata la spirale digitale, che è un fenomeno virtuoso soprattutto per i costruttori e un po' meno per gli utenti.
Il percorso della crescita gonfiata ma obbligata delle prestazioni è assai sottile, una vera meraviglia del marketing: alcuni prodotti sono ormai divenuti degli standard dominanti, come è il caso del programma di scrittura testi (word processor) chiamato Word, della Microsoft; quest'ultimo ha conosciuto diverse e successive versioni sempre più ricche di prestazioni, anche se quelle effettivamente usate nella vita quotidiana di casa e di ufficio sono in fondo poche.
Se uno vivesse da solo potrebbe continuare benissimo a usare il suo vecchio Word 2 (eccellen te) che è rapido e offre tutto quanto serve; ma quasi nessuno vive solo e dunque capita di ricevere, per posta o per dischetto dei documenti Word scritti da altri; se questi sono stati scritti con una versione più recente, il mio vecchio Word 2 non li potrà leggere ed ecco allora che anch'io sono costretto a comprare l'ultima edizione di Word; ma se lo faccio il mio Pentium I andrà lento come un carretto ed ecco che finirò per acquistare una macchina più moderna, facendo appunto felici in un colpo solo sia Andy che Bill.
Tuttavia questo ciclo virtuoso (per loro) sembra oggi finito o almeno seriamente rallentato, perché c'è un limite alla credulità di noi compratori e utilizzatori. Le prestazioni velocistiche che i vari Pentium oggi garantiscono servono solo e per davvero a chi faccia della grafica molto pesante, di tipo professionale, a chi fa progettazione assistita dal computer (Cad), disegnando case o pezzi meccanici e ai montatori di film o suoni. A tutti gli altri, che siamo noi, la grande maggioranza, la crescita drogata delle prestazioni non sembra più così interessante e se proprio c'è da acquistare qualche cosa elettronica, i risparmi vengono dirottati verso altri oggetti come i lettori-masterizzatori di dischi DVD, le cineprese e le macchine fotografiche digitali, o i megaschermi da salotto per godersi i suddetti DVD in poltrona, anziché seduti al tavolo davanti al Pc.

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