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Discussione: Sessioni e sicurezza

  1. #1
    Utente di HTML.it
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    Sessioni e sicurezza

    Ho creato un sistema di login che si basa sulle sessione...quando user e
    pass vengono verificati viene scritto un valore su una variabile di sessione
    ($_SESSION['variabile']) e su un'altra l'username dell'utente. Ora mi è
    venuto un dubbio sulla sicurezza: un utente potrebbe alterare il contenuto
    di queste variabili?

    Mauro

  2. #2
    Ciao!

    Da quello che so le SESSION si comportano in questo modo:


    -il client si collega
    -avvii la sessione
    -gli applichi un id corrispondente alla sessione

    Quando il client si ricollega viene collegato all'id della sessione.

    Tutte le variabili che tu colleghi alla sessione sono sul server e non possono essere in alcun modo visualizzate o alterate lato client (cosa invece possibile con i cookies).
    L'unica cosa che le collega al client è il sessionid.

    A questo punto mi pare che l'unica possibile falla di sicurezza rilevata è attribuibile al sessionid. Un altro utente malintenzionato (ahahah, questo modo di dire mi fa sempre ... :maLOL: ) potrebbe attribuirsi il sessionid di un altro utente e quindi prenderne il posto... oppure se hai una generazione banale del sessionid... es. timestamp. Ma la cosa mi pare non sussista... (vero ragazzi!?!? Ditemi che php non usa questo metodo di default!!! )

    Si tratta comunque di uno scenario che si verificherà molto difficilmente (perchè è difficile prendere un id senza avere la possibilità di fare cose molto più divertenti.... ).


    Ciaooo!!!!
    Lungo le due rive del fiume gelato si stendeva la cupa e tetra foresta di abeti, dai quali il vento aveva appena spazzato il manto di brina. Nella luce crepuscolare quegli abeti neri e sinistri sembravano inclinarsi l'uno verso l'altro. Un silenzio minaccioso incombeva sul paesaggio, privo di qualsiasi segno di vita o di movimento, e desolato e freddo al punto da non poter ispirare che un solo sentimento: quello della più triste malinconia. E nello stesso tempo pareva che da quel paesaggio trapelasse una specie di riso, un riso ben più spaventoso di qualsiasi malinconia o tristezza, un riso tragico, come quello di una sfinge, un riso agghiacciante più della brina e che rammendava l'incombere minaccioso dell'ineluttabile. Era la saggezza potente e impenetrabile dell'eternità che irrideva alla vita, alla sua futilità e agli sforzi degli uomini.

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