Credo di avervi già fracassato i maroni a dovere con i miei indovinelli. Ho quindi deciso di convogliare tutte le mie elucubrazioni geografiche in una nuova rubrica. Dopo "I mitici sondaggi di Vificunero (Spaghetti Western & Delizie culinarie)" "L'angolo della cultura a cura di Vificunero (rassegna geopolitica sulla condizione della gnocca in giro per il mondo)" e "Indovina Indovinello.. (semplici e giocosi quesiti geografici)" nasce "Il dibattito " sempre a cura di Vificunero.
E' da un po' di tempo che mi domando se all'Europa (all'unione europea e ai paesi che ne vorranno fare parte) serva una "nuova" lingua comune. Con "nuova" intendo una lingua che non sia l'inglese (lingua comunque già parlata da molti) o il tedesco (molto conosciuto nei balcani e nell'europa dell'est) ma una lingua che possa essere un elemento di comunanza tra i popoli europei: potrebbe essere il latino (credo che lo si insegni nei licei di molti paesi europei), o una lingua ausiliaria come Interlingua o l'Esperanto.
L'idea è che questa lingua comune non sostituisca gli idiomi già parlati ma che possa essere un progetto europeo condiviso: è innegabile che l'integrazione europea abbia svolto un ruolo fondamentale nel ridare slancio ad un continente in ginocchio alla fine della seconda guerra mondiale. Credo però che si debba andare oltre il mero discorso economico, la questione della creazione di un mercato europeo, e dare uno strumento indispensabile come la lingua alla "nuova civiltà europea".
Ogni paese membro potrebbe inserire lo studio di questa lingua nei programmi scolastici elementari e allo stesso tempo fornire strumenti per l'apprendimento al resto della popolazione.
Si potrebbe definirlo un progetto "artificiale": sicuramente lo è anche lo studio e l'uso di una lingua come l'inglese per ragioni commerciali o pratiche.
E' un'idea azzardata, affascinante e complessa (non mia: ho letto qualche articolo ma non ricordo dove).
Ma possiamo discuterne.
A voi la parola.