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  1. #1

    [Il dibattito] Una lingua per l'Europa.

    Credo di avervi già fracassato i maroni a dovere con i miei indovinelli. Ho quindi deciso di convogliare tutte le mie elucubrazioni geografiche in una nuova rubrica. Dopo "I mitici sondaggi di Vificunero (Spaghetti Western & Delizie culinarie)" "L'angolo della cultura a cura di Vificunero (rassegna geopolitica sulla condizione della gnocca in giro per il mondo)" e "Indovina Indovinello.. (semplici e giocosi quesiti geografici)" nasce "Il dibattito " sempre a cura di Vificunero.

    E' da un po' di tempo che mi domando se all'Europa (all'unione europea e ai paesi che ne vorranno fare parte) serva una "nuova" lingua comune. Con "nuova" intendo una lingua che non sia l'inglese (lingua comunque già parlata da molti) o il tedesco (molto conosciuto nei balcani e nell'europa dell'est) ma una lingua che possa essere un elemento di comunanza tra i popoli europei: potrebbe essere il latino (credo che lo si insegni nei licei di molti paesi europei), o una lingua ausiliaria come Interlingua o l'Esperanto.
    L'idea è che questa lingua comune non sostituisca gli idiomi già parlati ma che possa essere un progetto europeo condiviso: è innegabile che l'integrazione europea abbia svolto un ruolo fondamentale nel ridare slancio ad un continente in ginocchio alla fine della seconda guerra mondiale. Credo però che si debba andare oltre il mero discorso economico, la questione della creazione di un mercato europeo, e dare uno strumento indispensabile come la lingua alla "nuova civiltà europea".
    Ogni paese membro potrebbe inserire lo studio di questa lingua nei programmi scolastici elementari e allo stesso tempo fornire strumenti per l'apprendimento al resto della popolazione.
    Si potrebbe definirlo un progetto "artificiale": sicuramente lo è anche lo studio e l'uso di una lingua come l'inglese per ragioni commerciali o pratiche.

    E' un'idea azzardata, affascinante e complessa (non mia: ho letto qualche articolo ma non ricordo dove).
    Ma possiamo discuterne.
    A voi la parola.
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

  2. #2
    Fino ad ora tutte queste idee sono fallite miseramente, come l'esperanto. Le lingue inventate o rispolverate ad hoc non servono: ormai l'inglese sta diventanto la lingua universale, dobbiamo solo meterci in testa di studiarla e impararla

  3. #3
    ci sono paesi che non hanno difficoltà ad avere 5/6 lingue nel loro bagaglio culturale.. e quindi una unica per tutta la ue, potrebbe essere benvista.. poi c'è l'italia.. dove è già grassa se si sa un altra lingua, e dove man mano che passa il tempo, si tende a scuole-imprese, dove il risultato finale è la produttività...

    a me non piacerebbe una lingua unica... ma se proprio ne dovessi scegliere una, mi buterei su una comprensibile in tutto il mondo o nella maggior parte di esso...

    se andiamo a numeri dovremmo imparare il cinese
    Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
    .oO Anticlericale Oo.

  4. #4
    Assolutamente improponibile
    Addio Aldo, amico mio... [03/12/70 - 16/08/03]

  5. #5
    Utente bannato
    Registrato dal
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    1,322
    ci sono già ibridi di lingua parlati da alcune comunità nate da internet

    hai presente la lingua di JAR JAR in star wars??

  6. #6
    [supersaibal]Originariamente inviato da gm
    Assolutamente improponibile [/supersaibal]
    ma, nel caso fantascientifico in cui fosse indispensabile e non si scegliesse l'inglese, il latino
    per motivi storici (l'Impero Romano ha lasciato tracce, anche linguistiche, un po' dappertutto in Europa) e di diffusione (bene o male, molti europei ne hanno un'infarinatura)

  7. #7
    [supersaibal]Originariamente inviato da galz
    Fino ad ora tutte queste idee sono fallite miseramente, come l'esperanto. Le lingue inventate o rispolverate ad hoc non servono: ormai l'inglese sta diventanto la lingua universale, dobbiamo solo meterci in testa di studiarla e impararla [/supersaibal]
    Ma lo studio e l'uso dell'inglese è qualcosa di passivo. Non è qualcosa che abbiamo deciso di fare. Lo accettiamo come dato di fatto con conseguenze anche pericolose: l'uso di parole inglesi nell'italiano parlato e scritto è fuori controllo. Capita di leggere editoriali sui giornali nazionali zeppi di parole e espressioni inglesi che hanno un valido riferimento nella nostra lingua.

    L'idea è quella di "dibattere", "discutere", capire se possa esserci una lingua comune, una lingua condivisibile da tutti e lanciare un progetto di lunga durata che ci renda partecipi e consapevoli di quello che facciamo.
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

  8. #8
    [supersaibal]Originariamente inviato da Berenicebis
    ma, nel caso fantascientifico in cui fosse indispensabile e non si scegliesse l'inglese, il latino
    per motivi storici (l'Impero Romano ha lasciato tracce, anche linguistiche, un po' dappertutto in Europa) e di diffusione (bene o male, molti europei ne hanno un'infarinatura) [/supersaibal]
    In un'ipotesi del genere, probabilmente hai ragione
    Addio Aldo, amico mio... [03/12/70 - 16/08/03]

  9. #9
    Tendo a precisare che la "Lingua comune" (definiamola in questo modo) non dovrebbe sostituire le altre lingue.
    In Italia l'inglese è poco conosciuto perchè (a mio modo di vedere) è insegnato male. Malissimo. Il commesso norvegese che parla inglese non è certo un genio. Ha le stesse capacità di un commesso italiano. Sono i mezzi che differiscono.
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

  10. #10

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