Tentano di rapire un bambino: sono zingare, restano libere
LECCO - Si può cercare di rapire un bambino per “usarlo” nella questua e, quando sarà più grande, addestrarlo al furto con destrezza: questa terribile pratica, comune agli zingari, in Italia è praticamente depenalizzata. Grazie alla solita giustizia all’italiana, un episodio analogo a diversi altri casi che hanno avuto per protagonisti dei nomadi, è rimasto impunito.
Due zingare sono infatti state arrestate per tentato sequestro di persona con l’accusa di aver tentato di rapire un bambino di sette mesi ma nel processo celebrato con rito direttissimo ieri a Lecco, prima il reato è stato derubricato in quello di tentata sottrazione di minore poi le due nomadi, pur negando l’intenzione di aver voluto prendere il bambino, hanno patteggiato una pena di otto mesi con il beneficio della sospensione condizionale e l’immediata rimessione in libertà. Attorno alle 14 le due donne, S. C. e S. C. rispettivamente di 32 e 22 anni, di origine romena e ufficialmente domiciliate in un campo nomadi della periferia di Milano, sono state riaccompagnate in questura per una serie di altri atti. Il contestato episodio è avvenuto l’altroieri in pieno giorno, attorno alle 11 a Lecco nei pressi della basilica di San Nicolò. La mamma del neonato, una giovane donna di Lecco, è stata prima avvicinata da un gruppo di cinque nomadi, poi si è convinta del fatto che le donne volessero sottrarle il bambino. In base all’accusa, pur non mettendo le mani addosso al bambino - come ha voluto puntualizzare l’avvocato d’ufficio - avrebbero tentato di prenderlo dopo avere distratto la mamma. Quest’ultima poi ha dato l’allarme e i poliziotti poco dopo sono riusciti a rintracciare due delle nomadi e una bambina di 12 anni. Alle due arrestate è bastato raccontare una storia inverosimile, in aperta contraddizione con la testimonianza della madre: le zingare infatti hanno sostenuto di aver avvicinato la donna con la sola intenzione di chiedere l’elemosina. La frase “Prendi bimbo” udita nella concitazione dell’episodio sarebbe forse stata anche pronunciata, sempre secondo la versione delle arrestate, ma in quel caso allora doveva essere rivolta nei confronti di un bambino delle nomadi. Naturalmente è stata massima la disponibilità del giudice a considerare la versione delle zingare. E con grande stupore della mamma che le ha denunciate, le nomadi sono già libere.