Bocciato, con l'appoggio della Lega, l'articolo 4 che identifica nel ministro
l'autorità centrale. Seduta sospesa a Montecitorio
Mandato d'arresto europeo
Maggioranza battuta alla Camera
Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli
ROMA - L'Aula della Camera ha bocciato l'articolo 4 della legge sul mandato d'arresto europeo. La Lega ha votato con l'opposizione contro l'articolo. Il provvedimento ha ricevuto 191 voti contrari e 178 favorevoli. Il testo torna al Senato. Il presidente Casini ha convocato la capigruppo.
L'articolo 4 della legge riguarda la cosiddetta "autorità centrale" che viene individuata nel Ministro per la giustizia: "Spettano al Ministro della giustizia - dice l'articolo - la trasmissione e la ricezione amministrativa dei mandati d'arresto europei e della corrispondenza ufficiale ad essi relativa".
Da qui il commento dei Ds per bocca del vice capogruppo alla Camera Ruzzante: "La Lega ha affossato il suo ministro Castelli". "Noi - spiega Ruzzante - ci asterremo sul provvedimento al voto finale, ma abbiamo sempre detto che questo articolo 4 del testo non ci piaceva in quanto si danno dei poteri al ministro della Giustizia che secondo noi non deve avere". "L'articolo 4 invece - conclude Ruzzante - era una norma particolarmente cara al ministro Castelli. E la Lega, votando contro, lo ha affossato...".
Contro l'atteggiamento dell'opposizione va all'attacco Enrico Nan, vicepresidente del gruppo di FI alla Camera, che dice: "La votazione relativa al mandato di arresto europeo ha ancora messo a nudo il vero volto della sinistra, che non perde occasione per dimenticare i principi di garanzia al quale deve ispirarsi il giusto processo e la norma costituzionale sulla presunzione d'innocenza. Il tentativo della sinistra di violare alcune garanzie processuali rappresenta un fatto grave in quanto si è cercato di limitare le garanzie del cittadino".
(17 febbraio 2005)