Dal Tg5
Le agenzie internazionali riportano della commozione dei due ex presidenti americani, Clinton e Bush senior, in questi giorni in Thailandia per coordinare gli aiuti internazionali alle vittime dello tsunami. Oggi hanno incontrato i piccoli orfani dell'immane tragedia. Non sappiamo se le autorità thailandesi gli abbiano parlato del nuovo dramma che sta coinvolgendo migliaia di poveri sopravvissuti, in gran parte pescatori, che prima dell'onda maledetta vivevano -per loro sfortuna - lungo coste ad alta intensità turistica. La storia la racconta oggi l'inglese "Financial Times" e si può riassumere così: da Khao Lak al gruppo delle isole Andamane sotto controllo thailandese il governo impedisce ai vecchi abitanti di tornare nelle aree dove vivevano per ricostruire le case. Sì, perché adesso su quelle lunghe coste hanno messo gli occhi i grandi speculatori fondiari ed edilizi che vogliono edificare grandi villaggi turistici, strutture alberghiere e così via, pensano a grandi affari insomma, complici le autorità locali e il fatto che in Thailandia milioni di persone lavoravano e vivono da sempre in case senza precisi titoli di proprietà, ma per una sorta di usucapione. Basandosi su questa confusione il governo centrale ha deciso di proibire agli abitanti delle coste di ricostruirsi la casa se non presentano un titolo di proprietà sul terreno. Il che equivale a cacciarli via. Il quotidiano britannico racconta di dure proteste da parte degli abitanti dei villaggi e delle comunità locali già provate dai lutti e dalla perdita dei loro averi. Ma gli affari sono affari e il valore di quelle terre sta crescendo a vista d'occhio. Altro che solidarietà con i poveri sventurati colpiti dall'onda maledetta o di difesa del fragile ecoambiente costiero: in Thailandia quello che non ha fatto lo tsunami adesso rischiano di farlo i grandi speculatori terrieri.