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Discussione: voi che avreste fatto?

  1. #1

    voi che avreste fatto?

    Dottore ammazza figlio e consorte, poi si toglie la vita

    Oggi i funerali. Il medico d'accordo con la moglie scrive ai parenti: chiediamo scusa per il gesto, ma non potevamo più andare avanti così. Poi l'assassinio del figlio. Gli amici: una persona umanamente dolcissima.

    BOLOGNA (10 mar. 2005) - Sono stati celebrati nella chiesa di San Martino, nel centro storico di Bologna, i funerali del professor Mario Miglioli, 63 anni, noto gastroenterologo del Policlinico S.Orsola, della moglie Isa Gorini, di 60, e del figlio Michele, ventinovenne, che era da quasi sei anni in coma dopo un incidente stradale, trovati morti domenica mattina nella loro abitazione in via Piella. Le indagini - suffragate da due lettere trovate in casa dagli investigatori - hanno appurato che il medico, provato per la difficile situazione familiare e per una grave malattia che gli concedeva ancora poche settimane di vita, ha praticato un'iniezione mortale alla consorte e al figlio e si è poi ucciso con lo stesso liquido. In occasione delle esequie il Rettore dell'Università, Pier Ugo Calzolari, ha voluto ricordare con un breve discorso la tragedia di una famiglia stimata, molto conosciuta (Isa Gorini era stata un'apprezzata pianista) e fino al giugno '99 felice. Calzolari ha sottolineato tra l'altro l'intelligenza, il garbo e l'eleganza del professore e il dolore indicibile della famiglia: "Non sarà lecito ad alcuno - ha detto - tentare di interrogare il mistero delle vostre anime straziate. Il nostro pensiero si arresta di fronte alla vostra infinita sofferenza, al prodigio del vostro amore che così indissolubilmente vi ha legato. Per continuare ad amarvi e ricordarvi noi possiamo solo accostare la vostra pena con una pietà almeno grande quanto fu la sofferenza che vi fu inflitta senza tregua. Noi oggi vogliamo onorare la purezza di questo vostro tesoro d'amore e di tenerezza con l'auspicio di poterne trarre una scintilla per rischiarare le nostre giornate caduche". "Mario, Isa, Michele - ha concluso il Rettore - la terra, essa almeno, vi sia lieve". Dopo i funerali le salme sono state trasferite a Piacenza, zona di origine del medico, per la tumulazione.


    Chiediamo scusa del gesto, ma non ce la facciamo più: in due lettere, una scritta dal marito e una dalla moglie, è spiegata la decisione della coppia di togliersi la vita e di porre fine anche all'agonia del figlio, in coma dopo un incidente stradale avvenuto nel giugno di sei anni fa.

    Per questo l'altra notte, a Bologna, Mario Miglioli, 63 anni, noto medico internista del policlinico Sant'Orsola, ha fatto un'iniezione mortale al figlio Michele di 29 anni, alla moglie Isa Gorini, di 60, per anni rinomata pianista, per poi uccidersi lui stesso, sempre con un'iniezione fatale. "Chiedo scusa del gesto - ha scritto il medico al fratello Giovanni, in tre facciate su fogli di carta intestata - quando tutto sarà finito tornate a sorridere".

    Di fianco alla lettera lasciata per il fratello, chiamato "caro Nanni", c'é anche una missiva della moglie, indirizzata alla mamma: "Cara mamma - si legge - non piangere. Mi dispiace darti questo dolore ma non ce la facciamo più". I carabinieri hanno recuperato i fogli nel soggiorno della bella abitazione al secondo piano di un edificio in via Piella, nel centro storico di Bologna. Quando i militari sono entrati, aperti dal fratello del medico, hanno trovato i tre corpi distesi uno a fianco all'altro sul letto: nessun segno di lotta ovviamente, tutta la casa in ordine, riempita da tempo di diverse apparecchiature mediche per l'assistenza al figlio costretto a letto.

    Secondo gli investigatori si è trattato di un gesto probabilmente pensato da tempo. Restano pochissimi dubbi anche al Pm Luca Tampieri, che ha comunque ordinato l'esame autoptico sui cadaveri, procedendo con l'ipotesi di omicidio-suicidio consenziente.

    Il ricordo deglia amici medici
    "Una persona umanamente dolcissima e nel lavoro sempre presente, nonostante le terribili sofferenze personali." Così Anna Zucchini, direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico S.Orsola-Malpighi, ricorda il collega Mario Miglioli, che si è tolto la vita dopo avere ucciso con un'iniezione il figlio Michele, in coma da sei anni, e la moglie Isa Gorini.

    "Era un uomo mite e dolcissimo - racconta - che non è mai venuto meno al forte senso di responsabilità che lo animava. La sua sofferenza era evidente per chi lo conosceva, ma riusciva sempre ad essere presente per i pazienti, i collaboratori, l'azienda e l'università. Sul piano professionale - prosegue il direttore sanitario - è stato un degno erede del suo maestro, il professor Luigi Barbara (uno dei fondatori della scuola gastroenterologica italiana), e uno scienziato riconosciuto sul piano didattico e della produzione scientifica, in ambito nazionale e internazionale".

    La dedizione dell'uomo e della moglie per il figlio emerge dal ricordo di alcuni conoscenti, che vivono nello stabile di via Piella. "Vivevano per quel ragazzo, facevano venire a casa il fisioterapista, una persona che lo assisteva anche di notte e avevano persino fatto mettere un ascensore per farlo scendere con la carrozzina - racconta una vicina - e accompagnarlo a messa ogni domenica. Evidentemente la disperazione li ha presi, perché lui aveva saputo che gli restavano pochi mesi di vita, e non avrà voluto lasciare sola la moglie con un figlio in quelle condizioni".

    Un altro vicino, titolare di una copisteria poco lontano da via Piella, ricorda di avere visto il prof. Miglioli pochi giorni fa, quando era andato a fare alcune fotocopie: "Era sorridente come non lo avevo mai visto in tutti questi anni, forse aveva già preso la decisione. Probabilmente - conclude commosso il vicino - volevano farla finita con la vita tutti insieme, perché era una famiglia troppo legata".

    La cronaca della tragedia
    Tre morti vicini nel letto: un ragazzo, in coma da sei anni, una madre da tempo distrutta dal dolore, un padre, medico famoso, arrivato alle ultime settimane di vita per un tumore in fase terminale. Ad ucciderli l'iniezione letale fatta dall'uomo, Mario Miglioli, 63 anni, direttore della clinica di medicina interna e gastroenterologia del policlinico Sant'Orsola di Bologna.

    La fine di questa famiglia è avvenuta ieri di prima mattina nella casa di via Piella, in pieno centro storico di Bologna, e a spiegare quanto è avvenuto è stata una lettera, trovata dai Carabinieri del reparto operativo e dal pm Luca Tampieri, che il medico ha lasciato per i familiari. A dare l'allarme è stato uno dei fratelli del medico che, preoccupato per la mancata risposta a una telefonata, è entrato nell'appartamento.

    Con loro è morta la moglie e madre, Isa Gorini, 60 anni, che forse conosceva le intenzioni del marito e che forse ha accettato di morire attendendo coscientemente gli effetti dell'iniezione.

    Miglioli, piacentino di origine ma da molti anni a Bologna come continuatore della famosa scuola di gastroenterologia, conosciuto come studioso in campo nazionale, ha scelto di anticipare la propria fine e di chiudere la vita di Michele, 29 anni, quell'unico figlio che da tanto tempo era privo di conoscenza per le conseguenze di un incidente stradale, ridotto a uno stato vegetativo.

    L'autopsia chiarirà con cosa Miglioli ha riempito la siringa che ha portato la morte, ma sarà un particolare insignificante di una storia tristissima.

    http://www.emilianet.it/database/emi...5?OpenDocument
    Sotto la panza la mazza avanza.

  2. #2
    ho sentito. mia mamma mi pare lo conoscesse...

    brutta storia, non saprei dirti.

  3. #3
    Utente bannato
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    6
    chi mi fa il riassunto?

  4. #4
    leggi, che ti fa bene...
    Sotto la panza la mazza avanza.

  5. #5
    Una tragedia nella tragedia.
    Non sono d'accordo con la loro scelta, ma li capisco.

  6. #6
    Apri la discussione chiedendo cosa avremmo fatto noi.
    Io avrei fatto così, proprio come hanno fatto loro.
    sono da sempre una Devota

  7. #7
    Utente bannato
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    [supersaibal]Originariamente inviato da Caleb
    leggi, che ti fa bene... [/supersaibal]
    non ci ho manco voglia

  8. #8
    [supersaibal]Originariamente inviato da il RE
    non ci ho manco voglia [/supersaibal]
    dai, fategli un disegnino al povero re
    Karmacoma, jamaica' aroma

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di luca200
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    [supersaibal]Originariamente inviato da kivas
    Una tragedia nella tragedia.
    Non sono d'accordo con la loro scelta, ma li capisco. [/supersaibal]
    che avresti fatto?

  10. #10
    Non lo so. È un argomento particolarmente spinoso e non ho molti dati a mia disposizione. Da quanto ho letto la moglie era stata una pianista e poi casalinga quindi presumo che la gran parte del reddito familiare derivasse dal marito. Per sostenere le cure di un figlio in coma (parlo di medicamenti e cose 'corollarie' che non sono pagate dallo stato) è necessario avere una buona disponibilità economica...


    Lui era anche condannato giusto?

    La moglie sarebbe rimasta sola, senza sostegno con un figlio in certe condizioni...


    davvero, non saprei.



    Per un malato terminale trovo giusto potergli garantire la libertà di decesso quando più preferisce ma per gli altri...
    posso anche arrivare a capire il suicidio della moglie ma non so esprimermi sull'omicidio del figlio...

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