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Tsunami: Torino, ritorna a casa dopo 4 mesi Giancarlo Berruti, 67
anni, era partito il 9 novembre scorso per la Thailandia: in tutto questo tempo non si era mai fatto vivo
TORINO - Meglio tardi che mai. Ha dell' incredibile la storia di Giancarlo Berruti, 67 anni, di Borgaro (Torino), ex impiegato Fiat, pensionato, tornato a Torino, il 10 marzo scorso da Bangkok, come se nulla fosse, del tutto ignaro della tragedia dello tsunami e soprattutto del fatto di essere stato considerato dal governo italiano e dalla sua famiglia un disperso. Al suo arrivo all'aeroporto torinese di Caselle, giovedì scorso alle 18,35, su un volo Air One da Roma ha trovato la moglie Clelia, che non ha mai smesso di sperare di vederlo tornare, anche se non aveva mai ricevuto da lui alcun messaggio.
«Tremavo come una foglia - ha detto oggi al telefono - anche perchè Giancarlo è sceso dall'aereo tra gli ultimi. Quando l'ho visto sono scoppiata a piangere, mi è sembrato di uscire da un incubo, è stato uno stillicidio». La davvero anomala storia del viaggiatore solitario Giancarlo era iniziata il 9 novembre scorso quando era partito per il Sud Est asiatico con un biglietto in tasca di andata e ritorno per Bangkok. La data del rientro era proprio il 10 marzo, e così è stato. La moglie, che in questi mesi non ha mai saputo nulla di lui, è andata ad aspettarlo all' aeroporto. «Era l' unica cosa che mi restava da fare - ha detto - dovevo ben capire se la mia speranza aveva un senso o meno. Sono abituata a vederlo partire e sparire per lungo tempo, ma questa volta è stato tutto diverso. È successo quello che tutti sappiamo, una tragedia immane, ed io e mio figlio abbiamo pensato di averlo perso».
Avevano lanciato appelli su internet e fornito elementi per il Dna. Invece Giancarlo è apparso con le sue valige, abbronzato, il viso sereno. «Non sapevo nulla dello tsunami - ha incredibilmente detto alla moglie e agli amici una volta a casa - quando è accaduto io ero in un paesino sperduto della Thailandia dove sono state avvertite solo piccole scosse e nessuno si è fatto male». L' uomo ha anche detto di essersi spostato e di aver trascorso un mese in Malesia e di aver mandato delle cartoline che però non sarebbero mai arrivate in Italia. Poi ha giustificato il suo silenzio sostenendo che laggiù non c' erano telefoni. Giancarlo Berruti è rimasto per settimane nelle liste dei dispersi diramate dalla Farnesina, che ha sempre mantenuto i contatti con la famiglia. Ma questa volta ad avvertire il governo del rientro in patria dell' uomo è stata la moglie. Nessuno ormai c' avrebbe scommesso un soldo.
La signora Clelia, ancora in preda alla più forte sorpresa e felicità per il marito ritrovato, ha subito chiamato il figlio Massimo, 29 anni, studente residente in Finlandia. Il ragazzo era incredulo. Abituato come la madre alle bizzarrie del padre, si è visto così riconsegnare dalla storia un genitore dato per scomparso. Aveva anche cercato di dissuadere la madre ad andare all' aeroporto pensando che ci sarebbe stata troppo male nel non vederlo apparire, invece la donna si è addirittura fatta accompagnare a Caselle da due amici del figlio. La storia a lieto fine di Giancarlo Berruti è appena terminata, ma pare che l' uomo abbia già confidato di avere in programma di ripartire per altri viaggi avventurosi.
mmm, solo a me sono venuti pensieri impuri?