Ma il premier Wen Jiabao assicura subito: «Non è un atto aggressivo, ma da utilizzare in caso di indipendenza dell'isola» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
PECHINO - Nuove tensioni tra Cina e Taiwan dopo che il Parlamento cinese ha approvato una legge che autorizza l'uso della forza contro Taipei nel caso in cui l'isola dichiari l'indipendenza. La legge approvata dal Congresso nazionale del popolo prevede che Pechino possa ricorrere a «mezzi non pacifici» in tre circostanze: l'invasione di Taiwan da parte di un altro Paese, una dichiarazione formale d'indipendenza da parte dell'isola, il rinvio indefinito del dialogo sulla riunificazione. In queste circostanze «lo Stato impiegherà mezzi non pacifici e altre misure necessarie per proteggere la sovranità e l'integrità territoriale cinese».
Il primo ministro cinese Wen Jiabao ha tenuto subito dopo una conferenza stampa in cui ha precisato che la legge punta «a una riunificazione pacifica. Non è diretta contro il popolo di Taiwan. Non è una legge di guerra». La legge, ha aggiunto, «si oppone alle forze indipendentiste di Taiwan e porterà alla pace e la stabilita nello stretto di Taiwan».
fonte: corriere.it
Il Parlamento ha approvato anche la legge di bilancio che prevede un aumento del 12,6% delle spese militari. Il premier ha affermato che ciò fa parte di una «politica difensiva» e non punta ad accrescere la capacità di attaccare altri Paesi. Taiwan è una questione interna alla Cina. Non vogliamo interferenze straniere, né ne abbiamo paura».
Immediate le reazioni a Taipei. Il presidente taiwanese, Chen Shui-bian, ha indetto una riunione d'emergenza per decidere le contromisure. «Tutti i taiwanesi si oppongono a tale legge e pensiamo che anche la comunità internazionale si opporrà», ha continuato il portavoce governativo Cho Jung-tai. Il ministro dell'Economia Ho Mei-yueh ha detto di non voler congelare i contatti commerciali con Pechino, ma che è possibile un rallentamento sia negli scambi che negli investimenti. Il Partito nazionalista cinese, favorevole alla futura riunificazione, ha esortato alla calma mentre la formazione indipendentista Unione di solidarietà di Taiwan ha esortato il presidente a indire un «referendum difensivo» sul futuro dell'isola.