La Mussolini in camper davanti al Tar: questo è lo Storaxgate. Arriva Capezzone: per resistere devi dormire
ROMA - Zia Sophia, nel senso della Loren, telefona da Ginevra: «Non riesco a dormire, sono preoccupata, mandale un bacio da parte mia», dice a sua sorella, Maria Scicolone, la mamma di Alessandra Mussolini. Lei intanto, come promesso, ha cominciato lo sciopero della fame: pesava 52 chili ieri mattina, ma ora sarà digiuno no stop fino a venerdì, il giorno della pronuncia del Tar del Lazio sull’esclusione della sua lista, «Alternativa sociale», dalle elezioni di aprile.
«Digiuno per la pulizia e la trasparenza, sciopero contro il male», dichiara la Mussolini, in jeans e piumino bianco, circondata da mille telecamere. Poi telefona a casa, per sapere se i suoi tre figlioli, Romano 2 anni, Clarissa 7 e Caterina 9, hanno mangiato: «Pronto Romano? Hai mangiato il tacchino, a mammina? Bravo, tesoro. No, il tacchino oggi mamma non lo può mangiare con te. Ci vediamo domani, va bene?». Digiuno in piazza, giorno e notte davanti agli uffici del Tar, a bordo di un camper con la bandiera tricolore, lo stemma di «Alternativa sociale» e l’antica scritta latina «Hic sunt leones». Dove i leoni sarebbero loro. E lei, la leonessa. «Perché noi siamo coraggiosi, siamo combattenti», spiega la Mussolini all’ombra del camper, lettino, tavolino, un bagno e il frigo vuoto. La piazza è piena, lei riceve molta solidarietà («Tante donne, nessun politico»), papà Romano passa a salutare, ci sono in giro anche diversi giornalisti stranieri: inglesi, olandesi, russi, perché è pur sempre la nipotina del Duce che va alla guerra. In effetti lei dice che questa è proprio «una guerra».
Una «battaglia per la democrazia». L’affare delle firme false non le va giù: esclusione politica, trappola, complotto. Lo chiama «Storaxgate», all’americana, cioè il «Watergate» di Storace, lo scandalo che è convinta finirà per affossare il suo principale nemico. «Da quando è uscito il sondaggio che mi dava al 9 per cento sono cominciate le cose strane - racconta la Mussolini -. Telefonate da parte di finti giornalisti che volevano conoscere le mie prossime mosse, telefonate di controllo, provenienti dalle segreterie di partito. Volevano fermarci, però gli è andata male e adesso si è messo in moto un meccanismo, una slavina. Ora noi invochiamo controlli a tappeto per tutti, centrosinistra e centrodestra. E la nostra campagna elettorale andrà avanti: la posso dirigere, infatti, anche da qui. E se il Tar ci darà torto, nel Lazio la nostra gente andrà lo stesso a votare. E voterà per Alternativa sociale». Già, ma intanto non è mica facile digiunare. Una signora del palazzo di fronte scende a offrirle un piatto di pasta veloce, fatta con l’olio, l’aglio e il peperoncino. Lei a malincuore rifiuta. Quando però l’avvocato Federico Vecchio l’avverte che la pronuncia del Tar slitterà di due giorni, la Mussolini ha quasi un mancamento: «Aiuto, chiamatemi Pannella o la Bonino...». E all’improvviso, come per miracolo, si manifestano in loco il segretario dei radicali italiani Daniele Capezzone e la tesoriera del partito Rita Bernardini. Due cultori della materia. «In questi casi occorre dormire dormire dormire - il consiglio di Capezzone -. E poi solo acqua e al massimo tre cappuccini al giorno, zuccherati. In tutto fanno 250 calorie». «Ce la farò - conclude la Mussolini -. Sono napoletana, tenace e un po’ superstiziosa. Venerdì è 18, il mio numero fortunato».
Ora, io forse non seguito bene ma la lista della Mussolini ha falsificato delle firme per partecipare alle regionali (sicuramente in Lazio ma sembra anche in altre regioni) e poi è lei a fare tutte queste scene?!? Ma non è un po' ridicola questa cosa?