La sinistra al potere fa male alla salute?
Sembrerebbe proprio di sì, secondo lo studio di cui posto alcuni stralci.
Lo studio è stato pubblicato da Emil Ginter, un professore slovacco che a Bratislava si occupa di medicina preventiva e clinica. Ginter, che oggi ha 72 anni, ha approfondito per oltre un decennio il tema del gap che separa l'Europa orientale da quella occidentale in fatto di salute. Ed è giunto alla conclusione, semplice e chiara, che il socialismo faceva male, né più né meno del fumo o del colesterolo. Lo dimostra il fatto, da lui illustrato con dovizia di statistiche, che da quando quei regimi sono caduti, tutti gli indici del benessere fisico sono tornati a salire in modo altrimenti inspiegabile.
Le cifre di Ginter mostrano che il disastro sanitario dell'Europa dell'Est cominciò a evidenziarsi negli anni Sessanta, aggravandosi costantemente fino al collasso del comunismo. Nel 1990 il rischio di morte per la fascia d'età tra i 15 e i 59 anni era arrivato a essere più alto in Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria che in Honduras, Filippine e Sri Lanka. Dopo quell'anno la tendenza si è invertita, più nettamente nella Repubblica Ceca, che attualmente presenta standard equivalenti a quelli del Portogallo, che fa parte dell'Ue.
Nell'attesa di vita rimane però una differenza media tra Ue e i Paesi che Ginter etichetta come "Europa centrale" (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) che è di 3-8 anni per gli uomini e di 3-6 anni per le donne. Tale divario, spiega il professore, non è spiegabile né con un maggiore tasso di mortalità infantile (che nella Repubblica Ceca è addirittura più basso della media Ue) né con una maggiore incidenza di malattie infettive, che infatti non è riscontrabile. Ginter dimostra invece che la differenza è causata dalla pesante mortalità dovuta a malattie cardiovascolari negli anni Settanta e Ottanta. Dopo l'89, invece, infarti e ictus sono diminuiti drasticamente. Questo vuol dire, spiega il professore, che è aumentato il consumo di cibi più sani come frutta, verdura e oli vegetali, mentre è diminuito quello di carni grasse, burro e latte intero; ma anche che sono migliorate le cure farmacologiche e ospedaliere contro ipertensione e colesterolo alto. Il gap rispetto all'Occidente resta però evidente.
Quanto al capitolo tumori, è noto che fin dagli anni Settanta la Cecoslovacchia - piagata da un pesante inquinamento ambientale e con un'incidenza di fumatori molto alta - era uno dei Paesi d'Europa con il più alto tasso di mortalità precoce, specialmente tra gli uomini. A partire dagli anni Ottanta il disastro si è esteso anche all'Ungheria e alla Polonia: qui ancor oggi la mortalità precoce da cancro è doppia rispetto all'Europa Occidentale. Ginger lo spiega con la piaga sociale del fumo, con l'alcolismo e con gli effetti della cattiva alimentazione; gli effetti dell'inquinamento richiedono invece ulteriori approfondimenti.
mcz
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