La piazza è così da centinaia di anni…bellissima, in pietra e mattoni, case, palazzi , chiesa e selciato tutti della stessa materia…
Secoli di storia contemplano da ogni dove il visitatore, che ammira, ancor oggi, quelle vestigia intatte. Non c’è molta gente, e quella che c’è si gode la fetta di sole che da sopra i merli del palazzo di fronte va a battere sui gradini della chiesa, dove siedono persone di ogni età, ceto e condizione.
Di là un solitario e bravissimo suonatore di chitarra suona con grazia il suo strumento.
Le dita agili evocano brani di Albeniz o di Segovia o di chissà qual altro chitarrista. Motivi dolci…
C’è molto rispetto nel pubblico improvvisato e persino nei bambini che ascoltano.
Il luogo…quella musica…la piazza con l’antica chiesa….le pietre e i mattoni secolari… ispirano un che di sacro, di mistico, che travalica i pensieri, i credi e gli atteggiamenti….
Ma in molti, e lo si capisce dagli sguardi, quella musica e quei luoghi evocano cose ben più terrene: vecchi amori, viaggi fatti e non fatti, ricordi di persone che chissà dove sono finite, grida di bambini di un tempo lontano, volti, colori persi nel cielo e nel tempo….
E’ molto bello, si sta come sospesi in un tempo che sembra essersi fermato….
Si è ad anni-luce da quella vergognosa gazzarra che si è scatenata attorno alle ultime ore ed alla morte di un papa. Per molti under-30 è il primo papa morto, e il paradossale è che costoro non si accorgono, e né hanno i mezzi per accorgersi che questo è anche il primo papa “mediaticamente” morto, “televisivamente” morto….
Fa un certo schifo anche per un ateo assistere a tutto questo, anche soltanto attraverso i giornali, perché cosa stia succedendo in televisione diventa facilmente immaginabile senza nemmeno tanto sforzo…
Ma, fortunatamente, in quell’antica piazza non c’è nulla di quello che succede nel mondo…
Sembra, per fortuna di tutti i presenti, che il mondo sia stato sbattuto fuori…
Si puo’ persino pensare che in un luogo simile, e in un tempo lontano, sia stato seduto con gli stessi pensieri comuni a tanti colà seduti quell’uomo che poi il destino avrebbe portato al ruolo di papa…chissà, forse era come quel signore che legge distratto la sua guida, o come quel biondino che continua a stringere la ragazza…o forse era addirittura lui che suonava la chitarra…e chissà se c’erano chitarristi polacchi validi come gli spagnoli, nella vecchia Cracovia…
C’era una dimensione molto umana, in quel luogo e tra quelle poche persone…
Ce ne vorrebbe di più, per aver veramente un mondo meno coglione di quello che abbiamo e che ascoltiamo.