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Discussione: Senza parole

  1. #1

    Senza parole

    Rapporto di «Save the Children» accusa i leader del mondo: mancano aiuti
    Bambine-soldato, 120mila le piccole schiave
    Vengono rapite, vendute a gruppi armati, stuprate. Se tornano a casa vengono trattate come prostitute e cacciate via

    Hawa ha otto anni quando i ribelli la portano via dal suo villaggio, nella Sierra Leone. Per otto mesi diventa «la moglie» di uno dei soldati. «Non mi sentivo bene - racconta - mi faceva male la pancia, sempre. Forse perché ero piccola, non avevo ancora le mestruazioni». Riesce a fuggire, ma quando torna al suo villaggio si accorge che l’inferno che ha subìto non la abbandonerà più: «Quando ho incontrato le mie sorelle è stato molto triste: mi discriminavano perché ero stata stuprata».

    Zaina, 14 anni, viene violentata da un soldato congolese mentre sta andando a scuola. Torna a casa in lacrime e la famiglia la caccia di casa: «Mi chiesero come avevo potuto accettare quello che mi era successo». Aimerance, 14 anni, viene convinta da un’amica a unirsi a un gruppo armato della Repubblica democratica del Congo. Di giorno combatte, di notte viene stuprata dai soldati: «Ogni volta che volevano, venivano e facevano sesso con noi. Gli uomini erano così tanti. Arrivavano uno dopo l’altro. Noi eravamo lì solo per fare quello che volevano. Anche se ti rifiutavi, ti prendevano lo stesso».

    Hawa, Zaina, Aimerance. Storie uguali a tante altre. Sono 120mila le bambine rapite o vendute a gruppi armati. Schiave sessuali, soldati, spie, cuoche, donne delle pulizie. In tutto il mondo. 6.500 in Uganda, 12mila nella repubblica democratica del Congo, 21.500 nello Sri Lanka. Un piccolo esercito «invisibile» dimenticato dalla comunità internazionale. Eppure sono il 40% dei 300mila bambini soldato utilizzati nelle guerre. Save the children ha deciso di ascoltare le loro voci per capire come aiutarle a superare l’orrore e a reinserirsi nella comunità. Nel rapporto «Le vittime dimenticate delle guerra, le bambine nei conflitti armati», pubblicato in Gran Bretagna, l’organizzazione riesce, per la prima volta, a fornire dati, cifre e racconti di un fenomeno finora ignorato.

    «La maggior parte delle ragazze che riesce a scappare - spiega Mike Aaronson, responsabile di Save the Children in Gran Bretagna - non trova la giusta assistenza perché non ci sono programmi pensati per le bambine. Quelle che ce la fanno a tornare a casa vengono spesso emarginate dalla famiglia e dalla comunità perché sporche, impure, immorali». L’attuale programma di «disarmo, rilascio e reinserimento», coordinato dall’UNDP (il programma di sviluppo delle Nazioni Unite), dalla Banca Mondiale e dall’UNDPKO (il dipartimento per il mantenimento della pace delle Nazioni Unite) punta soprattutto al recupero delle armi e al rilascio dei ragazzi rapiti, mentre la fase di reinserimento viene affidata all’Unicef o a delle Ong che, però, non hanno i fondi necessari. Il risultato è che le bambine rimangono tagliate fuori.

    Nella repubblica democratica del Congo sono solo il 2% dei bambini inseriti nel programma di Save the Children. In Sierra Leone il 4,2% delle piccole combattenti è seguito da un’Ong. «Quando la gente pensa a un conflitto armato - spiega Aaronson - si immagina sempre uomini impegnati in sanguinosi combattimenti, ma sono le ragazzine la faccia orribile e nascosta della guerra». Le bambine-soldato chiedono aiuto alla comunità internazionale. Desiderano che qualcuno faccia capire alla loro famiglia che sono state costrette a fare quello che hanno fatto. Implorano assistenza medica e psicologica, anche per i figli che spesso nascono dagli stupri. E la possibilità di studiare per costruirsi una professione. Soprattutto non vogliono essere trattate come delle prostitute. «La gente del mio villaggio - racconta Rose, liberiana - ha reso la mia vita molto difficile quando sono tornata a casa. Non posso stare con le persone della mia età. Mi trattano male perché ho un bambino. Per loro sono una prostituta e temono che possa incoraggiare le loro figlie. Nessuno mi parla».

    http://www.corriere.it/Primo_Piano/E..._soldato.shtml

  2. #2

    Re: Senza parole

    [supersaibal]Originariamente inviato da Berenicebis
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/E..._soldato.shtml [/supersaibal]
    :rollo:

    A volte la crudeltà degli uomnini non ha limiti....
    My space! Voglio Arthur!!!
    Ho fatto strike!!!
    dotty78

    Prima di postare in “XML, XSL, Smil” dai uno sguardo ai Link utili!

  3. #3

  4. #4
    Utente bannato
    Registrato dal
    May 2001
    Messaggi
    460
    mi fa quasi più tristezza il comportamento delle sorelle...

  5. #5
    [supersaibal]Originariamente inviato da carnauser
    mi fa quasi più tristezza il comportamento delle sorelle... [/supersaibal]
    E' una bella gara, eh... Denota una mancanza di considerazione della vita umane allucinante

  6. #6

  7. #7

  8. #8

  9. #9
    [supersaibal]Originariamente inviato da Ratatuia
    bere, senza "meravigliarsi"
    www.amnestyoung.it
    www.bambinisoldato.it [/supersaibal]
    sto leggendo...
    vorrei far qualcosa per dare una mano

  10. #10
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    c'è poco da commentare
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    Ma tu come campi? Mah faccio cose...vedo gente
    il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è

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