A questa interrogazione è stato chiamato a rispondere il Ministro dell'interno. -
Per sapere - premesso che:
durante la partita Lazio-Livorno dell'11 aprile 2005 svoltasi presso lo Stadio Olimpico, nella curva nord che ospitava i tifosi laziali sono stati esposti per tutto l'incontro striscioni, bandiere e simboli inneggianti il fascismo e il nazismo;
tra questi striscioni campeggiavano un enorme «Roma è fascista», alcune svastiche, alcune croci celtiche nonché frasi gravemente oltraggiose della Resistenza;
diversamente, ai tifosi livornesi sono stati immediatamente tolti striscioni e bandiere, le sciarpe con i colori della Società e, persino, le felpe;
è stato loro addirittura sequestrato uno striscione in cui si chiedeva verità e giustizia per i morti del Moby Prince;
è evidente, secondo l'interrogante, che vi sia una responsabilità oggettiva della stessa Società Lazio nel consentire che, ad ogni partita una parte consistente della propria tifoseria occupi la curva con una pletora di simboli fascisti e nazisti -:
quali siano state le ragioni che hanno portato i responsabili dell'ordine pubblico allo stadio a tollerare le continue e ostentate manifestazioni di apologia al nazismo e al fascismo e ad adottare un atteggiamento così evidentemente parziale nei confronti delle due tifoserie;
quali siano le valutazioni del Ministro interrogato in merito ai controlli che le società di calcio operano nei confronti dei propri tifosi sotto il profilo della prevenzione di episodi come quello citato in premessa.
dell'On Marco Susini (D.S.)