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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Non è mai stato così pericoloso informare la gente

    http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...reporter.shtml

    - Il 2004 è stato l'anno più nero per il mondo dell'informazione. Sono stati infatti 53 i giornalisti uccisi nello svolgimento del proprio lavoro, 13 in più rispetto al 2003. Lo rivela il rapporto annuale di Reporters sans frontières (Giornalisti senza frontiere), l'associazione con base a Parigi che svolge opera di monitoraggio sull'attività dei reporter e sulla diffusione delle informazioni nei cinque continenti. Il dossier è stato diffuso oggi, nel «Giorno mondiale della libertà di stampa».

    qui il rapporto:
    http://www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=509

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Western European countries, often held up as models of democracy, respect press freedom but there are flaws in these journalistic havens of tranquillity.
    Press freedom is sacrosanct in Scandinavia, where it is strongly protected and defended by law. The national constitution in Sweden allows a civil servant to give information to the media and confidentiality of sources is an absolute right. Stockholm's police chief was put under legal observation in October 2004 after he investigated one of his officers for passing on information to a journalist. Such an investigation is illegal in Sweden.

    The weak link in press freedom

    Most other European countries do not recognise such rights and their court rulings on revealing sources, secrecy of preliminary legal investigations, presumption of innocence and the right to use someone's picture increasingly present a clash between individual freedom and the right to inform the public.
    Formal questioning of journalists, searches of media premises and seizures of documents increased in Belgium, Denmark, France and Italy

    Such practices are serious obstructions and significant pressure, especially on investigative journalists.
    Pressure and self-censorship also arises from laws in some countries that still allow journalists to be sent to prison for what they have written. Two journalists were jailed for libel in Italy in 2004

  3. #3
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    mah...strano.
    ci fosse qualche guerra in atto...lo capirei, i giornalisti rischiano la vita per raccontare le guerre.

    ma di guerre in atto non ce ne sono...ricordo benissimo un tizio col giubbetto militare dire che la guerra in iraq è finita. :master:

    mah....forse è perchè nel mondo ci sono centinaia di altre guerre....sì sarà per quello.


    anche se a ben pensarci i giornalisti mica le documentano quelle guerre là. mica sono interessanti come quella in iraq...mica ci sono i giornalisti a documentare i conflitti civili che dilaniano diversi stati africani.

    mah...propio non capisco.

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di Uanne
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    giusto, togliamoli dalle zone di guerra che è pericoloso, facciamo raccontare le guerre ai militari e gli altri se si azzardano in galera assieme ai fumatori
    A me mi dà la carica, agli italiani gli dà la carica

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di Uanne
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    se la sgrena non fosse andata in iraq non sarebbe successo il casino di calipari
    A me mi dà la carica, agli italiani gli dà la carica

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    [supersaibal]Originariamente inviato da Uanne
    se la sgrena non fosse andata in iraq non sarebbe successo il casino di calipari [/supersaibal]
    giusto, alla fine le vittime sono sempre colpevoli di qualcosa

  7. #7
    Utente bannato
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    mah..non mi ricordo di che nazionalita' fosse ma ho presente la morte praticamente in diretta di un giornalista nei territori occupati, che aveva pensato bene di farsi mitragliare da un merkava israeliano cacciandosi in mezzo ad un conflitto a fuoco.
    Dipende insomma, a volte la sete di un premio o semplicemente di uno scoop fa dimenticare le piu' banali regole della prudenza

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    [supersaibal]Originariamente inviato da strunz
    mah..non mi ricordo di che nazionalita' fosse ma ho presente la morte praticamente in diretta di un giornalista nei territori occupati, che aveva pensato bene di farsi mitragliare da un merkava israeliano cacciandosi in mezzo ad un conflitto a fuoco.
    Dipende insomma, a volte la sete di un premio o semplicemente di uno scoop fa dimenticare le piu' banali regole della prudenza [/supersaibal]
    è vero. A volte succede.
    A volte.
    Poche. Volte.
    53 morti in un anno son tanti per attribuirli alla caccia dello scoop.
    Alcuni come Couso, Anguita, Ortega, Baldoni o la Sgrena non cercavano lo scoop a scapito della sicurezza: cercavano di fare un lavoro indispensabile rischiando l'osso del collo.

  9. #9
    Utente di HTML.it
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    Re: Non è mai stato così pericoloso informare la gente

    [supersaibal]Originariamente inviato da lookha
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...reporter.shtml

    - Il 2004 è stato l'anno più nero per il mondo dell'informazione. Sono stati infatti 53 i giornalisti uccisi nello svolgimento del proprio lavoro, 13 in più rispetto al 2003. Lo rivela il rapporto annuale di Reporters sans frontières (Giornalisti senza frontiere), l'associazione con base a Parigi che svolge opera di monitoraggio sull'attività dei reporter e sulla diffusione delle informazioni nei cinque continenti. Il dossier è stato diffuso oggi, nel «Giorno mondiale della libertà di stampa».

    qui il rapporto:
    http://www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=509 [/supersaibal]
    Tra poco, grazie al presidente del Consiglio, del Milan e di Cosa Nostra, diventerà ancora più pericoloso. Leggete qui:

    http://www.ostinatiperlapace.org/ost...ndex_1885.html

  10. #10
    Utente bannato
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    [supersaibal]Originariamente inviato da lookha
    è vero. A volte succede.
    A volte.
    Poche. Volte.
    53 morti in un anno son tanti per attribuirli alla caccia dello scoop.
    Alcuni come Couso, Anguita, Ortega, Baldoni o la Sgrena non cercavano lo scoop a scapito della sicurezza: cercavano di fare un lavoro indispensabile rischiando l'osso del collo. [/supersaibal]
    sai bene che esistono due tipi di cronisti da guerra..quelli che stanno negli alberghi a bere e quelli che le notizie se le cercano, tipo la Ilaria Alpi e gli altri che hai citato.
    Credo faccia parte dei rischi del mestiere, l'unica cosa certa e' che trovandosi ad operare in zone particolamente ostili in cui i conflitti sono ancora attivi i rischi aumentano, anche perche' ho l'impressione che in tutti questi casi non si tratti di eserciti regolari ma di bande armate o gruppi al di fuori del coro, quindi non gestibili e non usi alle regole minime che ci sono, fra cui lasciare in pace croce rossa, medici e giornalisti.

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