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Ragusa - Lo hanno picchiato selvaggiamente, come avevano già fatto altre volte in passato, ma questo volta lo hanno massacrato di botte fino a provocarne la morte. La vittima è un uomo semi-infermo di mente, Salvatore Sallemi, di 59 anni, massacrato di botte nel garage dove viveva tra i rifiuti. Gli assassini sono tre giovani, tra cui due minorenni, di Vittoria, centro agricolo del ragusano noto per la presenza di una massiccia comunità di immigrati. Tre bulli di paese, protagonisti di una violenza bestiale, che ricorda il film “Arancia meccanica”.
I retroscena del terribile raid, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, sono stati ricostruiti dalla mobile di Ragusa che ha arrestato Enzo Guardabasso, 21 anni, e due suoi amici, di 15 e 16 anni, con l’accusa di omicidio volontario. Un delitto senza alcuna motivazione, se non quella di accanirsi per “divertimento” contro un uomo incapace di difendersi. Da tempo il “branco” aveva preso di mira Salvatore Sallemi, uno psicolabile conosciuto in paese con il soprannome di “Turi u micialinu”. In diverse occasioni l’uomo era stato aggredito dai tre giovani nel tugurio che aveva trasformato in abitazione: i vicini hanno raccontato che l'ultima spedizione punitiva era avvenuta il giorno prima del delitto. Ed è stata proprio una vicina di casa, la mattina di martedì, a scoprire l’uomo disteso nella sua brandina con il corpo tumefatto dalle percosse. L’autopsia ha accertato che Sallemi è stato picchiato alla testa e seviziato con pentole, tegole e mattoni. Gli investigatori, attraverso le testimonianze dei vicini, sono riusciti ben presto a risalire ai tre giovani, impegnati in lavori saltuari nelle campagne o nella raccolta della plastica per le serre. Nessuno di loro ha mostrato di comprendere la gravità dell’accaduto. Il più gr
ande, al termine dell’interrogatorio negli uffici della Questura, ha detto rivolgendosi agli agenti: «Adesso posso tornare al lavoro?».
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