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Discussione: Che pezzo...

  1. #1

    Che pezzo...

    ...
    Per la pausa Boab andò a farsi una pinta ed un toastino al pub locale. Non ci pensò neanche di tornare al lavoro. Mentre stava seduto solo a bere, uno sconosciuto si avvicinò e gli si sedette a fianco malgrado ci fossero altri posti liberi. Poteva avere una 50na d’anni, e pur non essendo particolarmente alto aveva una presenza di quelle autorevoli. I capelli bianchi e la barba bianca ricordarono a Boab un cantante folk, forse quello dei Corries o l’altro, quello dei Dubliners.
    “Ti è andato proprio tutto a culo, stronzo”, gli disse l’uomo portando alle labbra una pinta da 80 scellini.
    “Ehhh??? Cosa?” Boab era nuovamente allibito.
    “Si, tu,,, Boab Coyle. Senza casa, senza lavoro, senza passera, senza amici, fedina penale sporca, faccia gonfia, e tutto nel giro di poche ore. Salute.” L’uomo ammiccò e gli fece un brindisi. A Boab gli venne un’incazzatura mista a curiosità.
    “E come cazzo lo sai? Chiccazzo saresti, tu?”
    L’uomo scosse la testa. “Sapere queste cose è il mio cazzo di mestiere. Io sono Dio.”
    “Vai un po’ a fare in culo, vecchio matto!” scoppiò a ridere Boab, rovesciando la testa all’indietro.
    “O porca vacca. Un altro stronzo che sa tutto lui” commentò stancamente l’uomo. Poi snocciolò la tiritera con l’aria cortese ed annoiata di chi ha vissuto questa situazione più volte di quanto non faccia piacere ricordare: “Robert Antony Coyle, nato venerdì 23 luglio 1968 da Robert Mc Namara Coyle e Doreen Sharp. Fratello minore di Cathleen Siobhain Shaw, coniugata a James Allan Shaw. I suddetti residenti a Gilmerton, Parkglen Crescent 21, e genitori di un figlio anche egli a nome James. Hai una voglia a forma di falce all’interno della coscia. Hai frequentato la scuola elementare di Granton e la media di Aisle Park, conseguendo in quest’ultima due diplomi di scuola secondaria in Falegnameria e disegno tecnico. Fino a poco tempo fa lavoravi in una ditta di traslochi, vivevi con i tuoi genitori, avevi una passera di nome Evelyn che non soddisfacevi sessualmente, e giocavi a pallone nel Granton Star proprio come facevi l’amore, cioè con poco impegno ed ancor meno talento”.
    Boab era basito. Sembrava che quell’uomo fosse circondato da un alone luminoso. Parlava con convinzione e sicurezza. A Boab veniva quasi voglia di credergli. In realtà, non sapeva più a cosa credere.
    “Se tu sei Dio, perché stai qui a perder tempo con me?”
    “Bella domanda Boab, bella domanda.”
    “Voglio dire, con tutti ‘sti bambini che crepano di fame, cioè, che si vedono in tele e tutto quanto… Se tu fossi davvero così in gamba, potresti mettere apposto quelle robe li, invece che stare qua seduto a prenderti la sbronza con uno come me.”
    Dio lo guardò negli occhi. Sembrava turbato. “Frena un attimo, socio. Mettiamo in chiaro una roba. Ogni cazzuta volta che scendo quaggiù, trovo qualche balordo che me la mena sul cazzo che dovrei fare e non fare. O sennò, mi ritrovo incastrato in qualche disputa filosofica con un coglioncello di studente sulla natura di me stesso, sui confini della mia onnipotenza e merdate del genere. Inizio ad averne un po’ pieni i coglioni di dovermi sempre giustificare: non spetta a voi stronzi criticarmi. Voi stronzi, intanto, vi ho creato a mia immagine e somiglianza. Poi, dovete arrangiarvi per conto vostro: tocca a voi cavarvela in qualche modo. Quello stronzo la, Nietzsche, ha ciccato tutto quanto quando ha detto che sono morto. Non sono morto, è solo che non me ne fotte un cazzo. Non tocca a me risolvere i problemi di qualsiasi coglione. Tutti gli altri se ne sbattono le palle, e allora perché dovrei pensarci io? Eh?”
    A Boab il piagnisteo sembrò indecente. “Scoglionato del cazzo, se io avessi i tuoi poteri…”
    “Se avessi i miei poteri, faresti quello che stai facendo adesso: una sega di niente. Tu ce l’hai il potere di bere un po’ meno lager, o no?”
    “Esatto, ma…”
    “Niente ma. Ce l’avevi o non ce l’avevi il potere di metterti più in forma e di contribuire più seriamente alla causa del Granton Star? Ce l’avevi il potere di stare un po’ più vicino a quella passerina là? Che era così in gamba… Avresti potuto combinare molto di più, Boab.”
    “Magari si, magari no. A te cosa ti frega?”
    “Ce l’avevi il potere di levarti dai piedi di tua mamma e tuo papà, in modo che potevano farsi una bella montata in santa pace. Ma no… quello stronzo egoista di Coyle se ne fotte. Lui stava seduto li a guardarsi Coronation Street e Brookside mentre i poveri stronzi si arrampicano sui muri dalla voglia.”
    “Non sono affari tuoi”
    “Tutto il mondo sono affari miei. Ce l’avevi il potere di non stare lì a prenderle dallo stronzo ciccione del Bar. Che ti sei fatto menare per quattro pence fetenti. Roba da dare fuori di testa, ma tu gli hai lasciato fare quello che voleva.”
    “Ero stravolto…”
    “E quello stronzo di un Rafferty. Non gli hai manco detto di ficcarselo su per il culo il suo dannato lavoro del cazzo”.
    “E allora. Cazzo c’è?”
    “C’è che le avevi le tue possibilità, ma non hai fatto un solo sforzo per sfruttarle. Ecco perché mi sono interessato a te, Boab. Perché sei come me. Uno stronzo indolente, apatico, sciattone. Ora… io odio esser così, ma essendo immortale, non posso castigarmi. Ma a te ti possso castigare, merda. Ed è quello che ho intenzione di fare.”
    “Ma potrei…”
    “Chiudi la fogna, stronzo! Ne ho fin sopra i capelli di queste cagate sul pentimento. Mia è la vendetta, e me la voglio prendere, cioè sulla mia natura pigra ed egoista, attraverso la specie che ho creato, attraverso i loro rappresentanti. Cioè, te.”
    E si alzò in piedi. Anche se Dio tremava quasi dalla collera, Boab capì che non gli riusciva molto facile quanto stava per fare. Era ancora possibile dissuaderlo, qualunque fosse la sua intenzione. “Sei proprio come ti avevo sempre immaginato…”disse con tono mellifluo.
    “E’ perché non hai fantasia, o coglione di merda. Tu mi vedi e mi senti nella forma in cui mi avevi immaginato. Adesso è la tua ora, cazzinculo…”
    “Ma non sono il peggiore…” fece Boab in tono implorante. “Cosa mi dici degli assassini, dei serial killer, dei dittatori, dei torturatori, dei politicanti…. Quegli stronzi che chiudono le fabbriche per mantenere i livelli di profitto… e tutti quei quattrini ai pescecani… cosa mi dici di loro, eh??”
    “Magari andrò a trovare quegli stronzi, o magari no. Sono cazzacci miei. Ma adesso tocca a te cacchetta! Sei una palata di merda, Coyle, un insetto. Ecco, un insetto…” la voce di Dio ebbe un sussulto ispirato. “Ti farò assumere la forma sel sozzo parazzita pelandrone che sei!”
    Dio lo guardò di nuovo negli occhi. Sembrava che la forza di una invisibile energia uscisse dal suo corpo ed oltrepassasse il tavolo penetrando Boab fin dentro le ossa. La forza lo inchiodò contro la sedia, ma dopo un secondo lo lasciò, e Boab rimase li, con il cuore che bateva all’impazzata, la fronte, le ascelle ed i genitali imperlati di sudore. Dio appariva esausto per lo sforzo. Si alzò barcollando dalla sedia e guardò Boab.
    “Vado a sbattermi in branda, cazzo” farfugliò voltandosi ed uscendo dal pub.
    ...

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di Cholo
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    Acid House ?

  3. #3
    [supersaibal]Originariamente inviato da Cholo
    Acid House ? [/supersaibal]
    Bello vero? Mi ha "scartavetrato" l'anima.

  4. #4
    è curioso come ad alcuni, pur di credere in dio, ne attribuiscono valori negativi o amorali.
    Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
    .oO Anticlericale Oo.

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di Cholo
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    Si, molto bello.
    Non ero sicuro del titolo, l'ho letto svariati anni fa sull'entusiasmo di Trainspotting e 'Il lercio'.

    Molto carino anche il primo racconto, narrato in soggettiva fino all'istante della morte;
    E quello dello scambio di corpi tra il drogato e il neonato.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di Sgnafurz
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    figata
    ne hai altri?

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