Prendere appunti, annotarsi le cose da fare, scrivere ciò che viene in mente…
Non sto parlando dello scrivere vero e proprio, per il quale ormai, sia che si tratti di lavoro che di cose private, si utilizza al 90% la tastiera del computer, ma delle piccole cose…
Quelle note che ognuno di noi, ogni tanto o con sistematicità, si appunta da qualche parte…
E ciascuno con il suo sistema…
Il mio è il massimo dell’occasionalità.
Al lavoro niente appunti sulle cose da fare, da anni sta tutto in testa, salvo qualche rara annotazione sul calendarietto da tavolo…
Le agende le lascio in bianco da tempo…
Sulle cose fatte, invece, ho un intero archivio di note, solitamente scritte a mano su fogli A4 a quadretti. Servono per ricordarsi i procedimenti, i punti attraverso i quali si è arrivati a una certa decisione, a quella precisa risoluzione.
E servono eccome, anche dopo anni, e me ne sono accorto più volte. Ma restano sempre legati al fatto che, quando si presenta l’occasione per cui mi servono e vado a cercarli, so già che esistono perché mentalmente me ne ricordo ancor prima di trovarli, e SO che quelle cose, da qualche parte, devo averle scritte. E le trovo rapidamente, di solito.
Ma non è sempre così, alle volte si annota a margine dei fogli, sul retro delle stampe, sul retrocopertina dei fascicoli… e il problema allora diventa trovare quella tal nota che SO di aver scritto, ma non ricordo DOVE, oppure lo ricordo perfettamente, ma chissà dove ho messo quel supporto dove l’ho scritto…
In genere c’è comunque un ordine di fondo…
Nel privato la situazione è ben più articolata…
In pratica per gli appunti utilizzo tutti i supporti e i tipi di carta possibili…
Post-it, strisce di carta della calcolatrice, fogli di block-notes in vari formati e colori, foglietti di quaderno, fogli dei notes da bar spesso chiesti in prestito al barista, biglietti del cinema, locandine di quella o dell’altra cosa, retro di ricevute fiscali…
Di tutto e di più, solitamente conservato nel portafoglio che svuoto ogni tanto, depositando il tutto in una cartella a casa, ora paurosamente gonfia. Aprirla e cominciare a rovistare tra la marea di foglietti è, alle volte, rivedere la vita…
In quanto al contenuto, c’è un po’ di tutto. Dalle cose banali, solitamente numeri di telefono, indirizzi, piccoli preventivi, frasi colte alla radio, chilometri fatti in bici, schizzetti, prezzi, liste di libri da comprare, due righe sui cinema, abbozzi di lettere da scrivere ai giornali, fino a brevi note su cose fatte o viste, e che spesso si intersecano con le loro testimonianze mute, queste ultime conservate forse per moto di affetto: biglietti di musei, di viaggio, del cinema, depliant, ritagli di giornale, locandine di manifestazione…
Momenti di vita che sono rimasti su carte e cartine, in (dis)ordine sparso e senza un perché…
Mi chiedo ogni tanto se non sarebbe il caso di gettare via tutto, ma in fondo in fondo resisto e scaccio l’idea, lo sentirei come un reato verso me stesso…
Da tre giorni mi hanno regalato un taccuino Moleskine, piccolo formato, uno di quei famosi taccuini da viaggio usati da Hemingway, Chatwin, e altri…
Pagine bianche, tante, belle, tutte da riempire…
Ma sono lì che lo guardo un po’ titubante…. e mi chiedo: perchè tutto lì, adesso?
Utilizzarlo, lo so, mi imporrebbe cambiare sistema…
Ci penserò…
E adesso raccontatemi di voi….