Era un primo pomeriggio tranquillo, gente fuori che camminava, pochi clienti ed io e mio padre che fissavamo il televideo a guardare quelle azioni, quelle poche azioni, frutto di una vita di risparmi che non salivano mai. Il refresh era lento, le pagine spesso andavano via causa gli autobus che passavano interrompendo il labile segnale; dentro una catacomba le antenne funzionano poco.
D'imporvviso un picco in giù, senza motivo, poi sempre peggio. la cosa sembrava quasi assurda, forse un errore del servizio. non poteva perdere così di colpo. Anche il mib30 seguiva la stessa fine. Qualcosa non quadrava. allora togliemmo il televideo cercando un tg, ma sul canale c'era un film d'azione, un grattacielo in fiamme, le solite americanate. la rai non si prendeva dovevamo quindi accontentarci di mediaset, proviamo canale 5. un altro palazzo in fiamme, forse lo stesso film? avevamo premuto lo stesso tasto? ma il logo del telegiornale diceva che non era un film, e allora lo sbigottimento. Un aereo era li, infilato di sghimbescio, dove non doveva stare. i minuti passavano, sembrava irreale, non può succedere una cosa simile. Eppure poco dopo un altro, come a tesimoniare che le tragedie non esistono. Era calcolato, voluto. Nemmeno Tom clancy era arrivato a tanto. ma qualcuno si. i tg trasmettevano le stesse immagini. dforti, dure crude, e nonostante questo sembrava sempre un film. non riuscivo a capacitarmene. dopo un ora, o forse più tutta la bagarre era nel suo pieno. Tutto era accaduto, tutto era da raccontare, montare proporre. poi d'improvviso qualcosa cambiò. o forse sempolicemente fummo noi, che ci rendemmo conto che era tutto vero. E uscimmo fuori, per strada, a infiniti km di distanza , da dove c'era l'inferno. L'AMERICA è SOTTO ATTACCO.
La gente si accampava fuori da bar a guardare la tv. chi piangeva, chi singhiozzava, chi malediva quel dio che prima tanto pregava. sui marciapiedi coppie in lacrime, che cercavano di mettersi in contatto con i loro familiari.
chi camminava agitando una foto.
Essere in vacanza, e sapere che acasa, nella tua casa, stanno morendo, non sa spazio al pensiero della fortuna che hai avuto. ma ti lascio solo il vuoto , la tristezza, l'angoscia di non essere là, ad aiutare, ad abbracciare i cari. a tenere per mano un ferito.
Qeuste immaigini me lo sono portate dentro a lungo, nonostante il profondo odio che nutra verso quella popolazione, verso i loro sbagli, verso le loro azioni.
me le porto ancora dietro, perchè quando si è davanti a quell'orrore ci si fanno domande. c'era chi non voleva farsele, e preferiva sfogarsi con la rabbia, plausibile direi, ma c'era chi si domadava perchè. c'era chi guardava quei kalashikov alzarsi in aria e sparare fra urla di gioia, ma non li guardava con disprezxzo. Solo amarezza. la consapevolezza che si poteva evitare.
Oggi guardando fuori, non vedo nessuna di quelle facce che vidi 4 anni fa. oggi c'è meno stupore. la strada è frequentata e le tv, trasmettano a pochi spettatori.
siamo abituati, non ci fa più orrore. e ciò è male.
Nonostante fuori,oggi veda solo granite e minigonne, ricordo ancora quelle facce.