Paolo, vittima di un "gioco" crudele ferito dal branco, morto dissanguato
Delitto di Montesacro. Dall´autopsia un quadro di assurda violenza. Interrogazione sui ritardi. Sentiti dalla polizia due testimoni: cinque ragazzi quella notte fuggirono dal parco. Decine di coltellate nelle parti intime.
è stato massacrato da due o più balordi. Forse un branco che lo ha preso di mira perché omosessuale. Così si spiegherebbero le diciannove coltellate sferrate tutte ai glutei, i due tagli profondi nelle parti intime. Un chiaro riferimento alla sessualità della vittima. Un massacro selvaggio compiuto a più riprese: calci, pugni, mazzate e poi quel colpo di lama che gli ha tranciato il naso. L´ultimo sfregio.
È morto dissanguato Paolo Seganti, 35 anni, giovane mite con un passato da comparsa nel cinema e una vocazione mai abbandonata che l´aveva spinto sulla soglia del sacerdozio. Domenica notte, Paolo era uscito per andare ad annaffiare alcune piantine che curava nel parco delle Valli, a pochi passi da casa, ma sulla sua strada ha incrociato i suoi carnefici. Persone spietate, balordi, forse ubriachi, che si sono accaniti contro il trentacinquenne gay. Questa è la pista privilegiata dagli investigatori della squadra mobile, diretta da Alberto Intini. Le indagini escluderebbero invece la rapina. E il sostituto procuratore Erminio Amelio ha disposto una serie di accertamenti sul cellulare e sul computer della vittima per capire se la vittima si fosse dato appuntamento con qualcuno tra le panchine, al buio del parco.
La pista più credibile è che a scatenare tanta violenza sia stata una lite. Seganti è stato visto entrare e uscire dal parco, comportarsi in modo nevrotico. Qualcuno l´ha sentito bisticciare e poi l´ha notato mentre si attaccava alla rete di recinzione e chiedeva aiuto. È come se Paolo volesse sfuggire da qualcuno che gli stava dando la caccia poi trasformatasi in una caccia al gay. Forse doveva incontrarsi con qualcuno che conosceva, così si potrebbe spiegare la bottiglia di whisky trovata sotto il sellino del suo scooter. Paolo avrebbe invece incrociato le persone sbagliate che poi hanno infierito contro la sua sessualità: massacrandolo di botte, denudandolo e poi straziandolo a coltellate. Ma prima di morire Paolo ha lottato con tutte le sue forze. Le sue urla sono state sentite da due giovani che rincasavano e che hanno visto altri cinque ragazzi scappare dal parco, spaventati da quelle grida strazianti. Il colpo mortale comunque non sarebbe stato una coltellata ma una bastonata alla testa. Solo oggi si conosceranno i risultati dell´autopsia affidata a Francesco Traditi della Sapienza.
Ma oltre alla brutalità dell´omicidio, l´inchiesta si dovrà occupare dei presunti ritardi dei soccorsi. Un´interrogazione è già stata presentata ai ministeri dell´Interno e della Difesa sulle circostanze in cui è avvenuta la morte di Paolo Seganti. Il deputato Roberto Giachetti, coordinatore della Margherita di Roma, chiede chiarimenti «sull´intempestività dell´intervento delle forze dell´ordine. La questione riveste ulteriore importanza poiché l´uomo sarebbe morto dopo una lunga agonia».