Certe volte basta poco per far tornare alla mente i ricordi del passato, e spesso un odore, sentito ad occhi chiusi si materializza in un istante, in un flashback di qualche avvenimento passato. Anche i rumori hanno lo stesso effetto, solo che oggi è sempre più difficile isolarne uno fra il caos assordante che ci segue per tutta la giornata.
Stamattina, guardando da un finestrino dell'autobus, oltre alle solite macchie di smog, e qualche gomma appiccicata, ho rivisto uno scorcio di passato.
Gli anni passati sono tanti, perchè quando si è giovani, il metro di misura è breve, e dieci anni sembran un eternità. Gli stessi dieci anni che per mia nonna sono ieri, di quando mi racconta che la schiena era più dritta e la pelle era più morbida.
Ho rivisto un ponte, di quelli antichi, tutti in pietra, con un piccolo tabernacolo ad una estremità. Il parapetto è largo, e un pilone si estende oltre la larghezza del ponte, formando una piccola isola, che si affaccia sul fiume. I vecchi della zona, dicono che gli argini sono stat progettati da Leonardo, ma nessuno ci crede, o forse nessuno si è mai interessato a sapere se fosse vero.
D'estate eravamo sempre là, a sedere in una piccola rientranza, al termine di una sponda, a guardar passar le macchine ed i minuti.
Eravamo sempre fradici e sporchi, con le ginocchia sbucciate per le tante cadute rincorrendoci con i secchi pieni d'acqua, e il fiatone dei polmoni che non sempre sopportavano in ostri sforzi.
Poi qualcuno si alzava in piedi e camminava sul parapetto, avanti e indietro, con un equilibrio perfetto, ma fingendolo precario, e quando una macchina sopraggiungeva, si buttava sul pilone sottontante facendo crede alle macchine di essre caduto.
Quante frenate e quante urla, sentivamo da quel muretto.. e poi, via di corsa! quando qualcuno sacendeva e ci rincorreva accortosi dello scherzo idiota. tante sgridate dai nostri genitori, e tante botte prese, ma era quello il nostro divertimento, e quando si è giovani, si è sempre un po' coglioni.
Anche quella moda passò presto, e si passò direttamente ai gavettoni alle macchine. Vere e proprie spedizioni in cartoleria a comprare pacate di palloncini da gonfiare d'acqua. Anche il mercato ci capiva e appoggiava, addirittura tirando fuori i Dumbo, i palloncini più grossi e resistenti. più del doppio di acqua!
un pomeriggio li avevamo finiti, sia noi che la cartoleria, e la tristezxza ci pervase.. uno sconforto infinito alle 4 del pomeriggio, che non ci sembrava possibile. Ma non demordemmo e andammo tutti a prendere i secchi.. Con quelli si che si faceva una bel gavettone alle macchine. Era solo la fatica ogni volta di andarli a riempire a qualche fontanella. Già le fontanelle, chissà perchè oggi ne vedo sepre meno, anche loro un ricordo di gioventù. Forse l'acqua è meno potabile, o forse non ci vogliono regalare nulla, è giusto pagare per tutto no?
Tornando a noi, ci nascondevamo dietro i cassonetti, tutti rimpinguati some sardine, con uno che aveva il compito di segnalare l'arrivo delle macchine pochi metri prima. Appena vedeva il muso ci faceva un cenno e nmoi lanciavamo. una precisione millimetriche, mai un colpo fallito. eravamo veramente bravi. Ma quel giorno il suo gesto era convlso, ripetitivo, ma non avevamo tempo di capirlo, era tutta una questione di attimi, frazioni9 di secondo, fra il suo gesto e noi che ci sollevavamo a lanciavamo. Rivedo quella scena a rallentatore, quasi fotogramma per fotogramma, di lui che alza la mano, lentamente, noi che scattiamo in avanti e prendiamo la rincorsa, mentre lui continua con la mano rosso in faccia a scuoterla. Noi intanto spariamo i vari litri d'acuqa, e improvvisamente capiamo che i suoi gesti sono di panico, ma ormai l'acqua è già partita. la macchina è azzurra, un azzurro atipico, e lui che da rossore passa ad un bianco cadaverico e sprinta vvia sull'argine. il finbestrino è aperto e l'acqua colpisce in piena faccia una persona. Una persona con un berretto sulla testa, un berretto strano, tipo quelli della polizia.... un berretto della polizia....Ci rendiamo subito conto del dramma, e l'inchiodata seguente è sincrnizzata precisamente, con le nostre gambe che si muovono come quelle di wile e coyote. Sentiamo li sportelli aprirsi, ed una voce, che ci chiama, ma la voglia di scappare è troppa, e ce la diamo a gambe. Qualcuno viene fermato e sconta tutta la faccenda per tutti. Viene accompagnato a casa dai poliziotti, e subisce il peggior romanzone mai preso in vita sua. Noi intanto ignari siamo sedut qua e là, nascosti fra lke canne sull'argine, sperando che sia passato tutto.
La sera lo ritroviamo, ha la faccia gonfia ed un espressione triste. ci racconta tutto, e noi ascoltiamo in silenzio.. forse dentro capiamo che abbiamo fatto una cazzata, cerchiamo di prometterci che non si ripeterà, ma il giorno dopo, on sorrisi e gomiti sanguinanti, siamo di nuovo là, coi secchi in mano, e tanta voglia di scappare un altra volta..