La discussione non è tecnica, anche se il campo dal quale partiamo lo è.
Il nuovo protocollo di comunicazione, quello che molti sono pronti a scommettere sia il prossimo trancio di futuro, i VoIP, che permette di fare telefonia attraverso la rete dati.
Me ne sto occupando attivamente da diverso tempo, e la tecnologia mi ha impressionato per la sua flessibilità e per la convenienza che le persone ne possono avere. Ho partecipato a sperimentazioni tecniche con un operatore nazionale, ho potuto ancora una volta essere davanti a una novità e assaporarne, tra i primi, le potenzialità.
C'è però un aspetto, che pochi conoscono, che fa subentrare un dubbio "morale". Con un buon operatore VoIP puoi telefonare a fissi, cellulari, all'estero e via dicendo, con un'ottima qualità, sempre a patto di avere una buona ADSL sotto le chiappe.
Con nessun operatore VoIP, però, è possibile chiamare numeri di emergenza: il 118, il 113 e così via.
C'è un tavolo di discussione aperto da diversi mesi tra tutti gli operatori VoIP nazionali e le Istituzioni.
Perché? E' presto detto.
Le linee telefoniche nazionali sono una serie di cavi, stesi ed identificabili con precisione. Quando chiamiamo un numero di emergenza, la nostra chiamata viene identificata e tracciata in maniera certa. Non sto parlando di una leggenda metropolitana, sto parlando di un elemento reale, che non sussistendo più con la tecnologia VoIP (è impossibile tracciare la geograficità della chiamata, con il VoIP), è stato bloccato dalle Istituzioni.
Gli elementi e gli scenari sul piatto della bilancia sono tanti. Avere a disposizione numeri di emergenza è un diritto di ogni cittadino, così come la sua privacy. Per le istituzione la tracciabilità geografica precisa di una chiamata è più importante, però non ha neanche tutti i torti: rintracciare chiamate con precisione ha permesso la cattura di criminali, la prevenzione di attentati, eccetera.
Quindi il problema è morale, oltre che tecnico, e ancora irrisolvibile.
Privacy o controllo? Sicurezza o incertezza?