Ipod, bermuda rossi e rayban
Mattinata calda ma alleviata dalla brezza, corpi al sole, distesi sui policromi drappi. Non spiaggia di selvaggia fascinosa lontananza, bensì spiaggia vicina al borgo, i bambini son lì con le nonne o dentro le belle pance tonde delle mamme quasi mamme.
I giovinotti e le ragazze, il volto celato dalle scure lenti, portano sul petto o al fianco una bellissima scatoletta bianca. Di lì la musica. Un oggetto alla moda, ma di gran classe, l'ipod. Però santo cielo, nessuno con un bel giallo o un bel fumetto in mano. Peccato, era più facile attaccar discorso. Non è che l'ipod, elegante e superbo connubio di design e tecnica, ha ucciso i libri dell'estate, e reso ancor più difficile strappare l'invisibile ma tenace isolamento? Pazienza, magari me ne compro uno anch'io. Ho l'impressione che la meraviaglia della tecnica a volte avvicina, come l'internet, a volte allontana. O forse avvicina ma il modo è ancora da capire, giacchè ogni oggetto interessante finisce prima o poi per andare in direzioni eterodosse allo scopo. In effetti poi, leggere in spiaggia, è scomodissimo, io non l'ho mai fatto, neanche prima.