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Discussione: ho ucciso per un sms

  1. #1

    ho ucciso per un sms

    ore17.30, ferragosto 2005.
    Caldo fuori. Sto chiaccherando con degli amici, c'è una ragazza mia coetanea. Si parla di poesie preferite. Non so cosa rispondere:Montale o Quasimodo o.. chessò.. Neruda?mhhhhh.. boh.Taccio.

    ore 20.38. Email. della tipa.

    "Dapprima era una donna con le labbra serrate come le porte di una chiesa. Cosce larghe, bocca chiusa, occhi stravolti. Aveva il ventre largo e scosceso, la pelle ruvida, rettile. E le lenzuola non erano bianche e la stanza non era pulita e le risate non erano dolci..poi diventò qualcos'altro e il suo corpo si fece cristallo, la sua bocca come una corolla, cosce galoppanti e occhi lucidi. e le lenzuola non erano + lenzuola, ma nuvole. E la stanza non era più una stanza, ma un grammo di cielo. E le risate non erano + risate, ma cuori punk che raccontavano l'amore. Melissa P."

    Ci sono rimasto male.
    Non fatemi battute vi prego.
    Vieni con me amò, sul grande raccordo anulaaaaaaaaare..che circonda la capitale, e nelle soste faremo l'amore. E se nasce una bambina poi la chiameremo.. ROMA!

  2. #2
    nessuna battuta, solo un suggerimento per la risposta:

    "Ode al Peto"
    Anonimo

    Sin da quando il mondo aveva ben viventi Adamo ed Eva
    era in voga in tutti quanti di coprire il davanti,
    ma nessun pensò, strano, di coprirsi il deretano.
    Le scorregge più discrete conturbavano la quiete
    ed allor i dolci suoni non urtavano i calzoni.

    La scorreggia di gran gloria s'è coperta nella storia.
    Sin da quando i Sodomiti, di scorregge assai periti,
    per eccesso di misura si otturavan l'apertura,
    i Romani allor sommessi non frenavano gli eccessi.

    Pur Augusto Imperatore scorreggiava a tutte l'ore
    e la corte assai perfetta scorreggiava in etichetta,
    e persino in casi gravi scorregiavano gli schiavi.

    Si racconta che Tiberio scorregiasse serio serio,
    che Caligola il tiranno scorreggiasse tutto l'anno,
    e più d'una ogni mattina ne facesse Catilina.

    Marco Tullio in Campidoglio le lasciava come l'olio,
    e non eran certo poche, domandatelo alle oche;
    e persino le Vestali ci spegnevano i fanali.
    Ciceron per ore intere chiacchierava col sedere,
    quelle poi di Coriolano si sentivan da lontano,
    e con schiaffo sulla trippa scorreggiava pure Agrippa.

    Muzio Scevola e Porsenna ne portarono per strenna
    alle feste d'Imeneo ove il console Pompeo
    e più ancora il gran Lucullo scorregiava per trastullo.
    Scorreggiava Roma intera da mattino sino a sera,
    scorreggiava in grande stile anche il sesso femminile;
    mentre invece Cincinnato le faceva in mezzo al prato.

    Scorreggiò Napoleone anche al rombo del cannone:
    La battaglia non si perda e Cambronne rispose Merda,
    che è la cosa più sicura se c'è in mezzo la paura.
    Scorreggiava come un tuono fin Cleopatra dal suo trono,
    in contrasto ad Agrippina che facevale in sordina,
    e Cornelia ai suoi gioielli ne faceva dei fardelli.

    Le faceva senza posa Messalina silenziosa;
    scorreggiava assai felice la dolcissima Beatrice,
    ed il sommo padre Dante le annusava tutte quante.

    Le scorregge del Boccaccio ti rendevano di ghiaccio.
    Scorreggiava pure Tasso imitando il contrabbasso.
    Mentre invece Macchiavelli sradicava gli alberelli.

    Il gran Volta con la pila le faceva sempre in fila.
    Di Archimede dir si suole che oscurasse pure il sole,
    mentre a colpi di pennello scoreggiava Raffaello.

    Dopo quanto e stato detto non si puo chiamar difetto
    se noi pure qualche volta le facciamo a briglia sciolta,
    perciò è logico e prescritto che scorreggi il sottoscritto.
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di sko
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    non ho capito.. :master:

    ci sei rimasto male perche' legge melissa p? :master:

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di sko
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    [supersaibal]Originariamente inviato da taddeus
    nessuna battuta, solo un suggerimento per la risposta:

    "Ode al Peto"
    Anonimo

    [/supersaibal]
    e non e' di federico salvatore?
    l'ha copiata?

  5. #5
    [supersaibal]Originariamente inviato da sko
    non ho capito.. :master:

    ci sei rimasto male perche' legge melissa p? :master: [/supersaibal]
    Mi pare un insulto alla poesia, tutto qua.
    Rispetto la sua opinione, sicuramentemente.
    Vieni con me amò, sul grande raccordo anulaaaaaaaaare..che circonda la capitale, e nelle soste faremo l'amore. E se nasce una bambina poi la chiameremo.. ROMA!

  6. #6
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    [supersaibal]Originariamente inviato da taddeus
    [/supersaibal]
    ATTO PRIMO

    Gran Cerimoniere:

    O popolo bruto, su snuda il banano
    non vedi che giunge l'amato sovrano ?
    Il Sir di Corinto, dal nobile augello
    qual mai non fu visto piu' duro e piu' bello.
    Il sir di Corinto dall'agile pene
    terrore e ruina del fragile imene;
    il sir di Corinto dal cazzo peloso
    del cul rubicondo ognora goloso.
    O popolo invitto, in gesta d'amore
    s'affermi il Sovrano piu' caro al tuo cuore.
    Rendiamogli omaggio nel modo migliore,
    offrendogli il culo delle nostre signore.

    Popolo:

    Noi siamo felici, sappiategli dire,
    che tutto al Sovrano c'e' grato d'offrire.
    Le nostre consorti facciam preparare
    in modo che a turno le possa inculare.
    Noi siamo felici, noi siamo contenti
    le chiappe del culo porgiam riverenti,
    che al nostro gentile e amato Sovrano.
    rimanga gradito il buco dell'ano.


    (Entra il seguito della Corte. Le nobili dame hanno le parti del corpo desiderabili leggermente velate.
    Il Re, con noncuranza, tocca di tanto in tanto le forme delle damigelle piu' carine.)

    Re :

    O sudditi amati. io resto confuso!
    Il turno dei culi che offrite per l'uso
    sara' piu' gradito al regio mio cazzo
    che mai troverebbe migliore sollazzo.
    La gioia che mi dai o popolo e' si grande
    che gia' l'uccello regio distende le mutande.
    Per mio regal decreto sara' da stamattina
    distribuita ai poveri gratis la vaselina:
    che al fine permetta, finche' lo vogliate,
    di fare nell'ano gloriose chiavate.
    Voglio sian compensati i sudditi fedeli:
    il cul pigliate pure, ma state attenti ai peli.

    (Segni di giubilo)

    Cerimoniere :

    Adesso fuori dai coglioni
    per lasciar posto ai Principi e ai Baroni.
    Ai Principi e ai Baroni e ad Ifigonia bella
    che sospirando brama l'ardor d'una cappella.

    Coro delle vergini (Danzando):

    Noi siam le vergini dai candidi manti,
    siam rotte di dietro, ma sane davanti;
    i nostri ditini son tutti escoriati,
    a furia di cazzi che abbiamo menati.
    Nell'arte sovrana di fare i pompini
    battiamo le troie di tutti i casini;
    la lingua sapiente e l'agile mano
    dan gioia e sollievo al duro banano.

    Ifigonia :

    Padre mio, padre mio.
    sono presa dal desio.
    Ho gia' un dito che fa male
    per l'abuso del ditale;
    ho la fica che mi tira
    come corda di una lira
    sto soffrendo atroci pene
    del prurito dell'imene,
    nella fica ho persin messo
    la manopola del cesso
    mi ficcai nella vagina
    la piu' grossa colubrina;
    mi son messa dentro il buso
    sino il cero di Caruso;
    mi piantai nel deretano
    cinque dita, e la mano.

    Credo giunto sia il momento
    di donarmi un Reggimento
    che non sappia manovrare,
    ma sia lesto nel montare;
    nella fica anelo tanto
    d`appagarlo tutto quanto...
    me la sento rovinata
    senza averla adoperata.
    Padre mio si forte e bello
    ho bisogno di un uccello:
    d'un uccello di nobil schiatta
    che mi sballi la ciabatta,
    di una fava grossa e dura
    che ricrei la mia natura.
    Manda un bando per il Regno,
    sia trovato uccello degno
    che finisca le mie pene
    spalancandomi l'imene.
    Padre mio se non mi sposo
    moriro' senza quel Coso.

    Re :

    Giuste sono le tue brame, o figlia bene amata,
    s'io padre non ti fossi, di gia' ti avrei chiavata.
    Con la regal consorte, tua madre la Regina,
    n'ho fatte diciassette soltanto stamattina.
    E se alle mie brame non ponessi un freno
    non passan tre minuti che il bandolo mi meno.
    Vedendo tanti culi di Principi e Baroni
    mi sento un gran prurito nel fondo dei coglioni.

    Popolo :

    Noi siamo felici, noi siamo contenti
    si rizzano i cazzi tuttora pendenti.
    Madama Ifigonia soave e pudica
    gia' sente prurito nell'inclita fica.
    O Giove possente, che Venere bella
    le faccia gran dono di tale cappella:
    che il culo le rompa, le rompa l'imene
    e infine la tolga da tutte le pene.
    Sia pago il desio alla vergine cara
    meniamoci il cazzo in nobile gara.

    (Tutti eseguono)

    Ifigonia (rivolta al popolo):

    Quanta fava, quanta fava.
    ma perche' nessun mi chiava?
    Su donatemi un uccello,
    un uccello lungo e bello:
    nella fica e poi nell'ano
    che mi entri piano piano.
    Ho gran voglia di godere
    ve lo chiedo per piacere.
    Deh non fatemi soffrire
    ve lo pago mille lire.

    Re:

    Udendo le tue giuste e oneste aspirazioni,
    d'orgoglio mi ribolle lo sperma nei coglioni:
    con animo commosso, vedo tra i bianchi veli
    spuntare nere le punte dei tuoi peli.

    Non voglio che si sciupi tanto lavoro mio,
    con sforzo, forse, potrei chiavarti anch'io.
    Il sacerdote venga, si appresti al sacrificio:
    Enter O'Clisma tosto ne tragga lieto auspicio.

    Cerimoniere :

    S'avanzi Enter O'Clisma, il Sacerdote,
    dal culo piu' vezzoso delle gote.

    Sacerdote (entrando) :

    Al Sire di Corinto, Signore degli Achei,
    auguro cazzi in culo non men di trentasei.

    Re:

    Al Gran Sacerdote, d'ogni rispetto degno
    venga dato, in omaggio, un bel cazzo di legno.

    Gran Sacerdote :

    La tua proposta, o Sire. mi rende il cuore gaio.
    pero', l'avrei piu' caro di ben temprato acciaio.

    Popolo :

    Noi siamo felici, noi siamo contenti,
    prendiamo l'ucccllo ben stretto tra i denti,
    che al Gran Sacerdote quel cazzo d'acciaio,
    il culo gli renda siccome un mortaio!

    Gran Sacerdote :

    Sono corso immantinente alla regal chiamata
    lasciando quasi a mezzo la solita chiavata.
    Pazienza! Se il ciel non me lo lega,
    mi rifaro' di certo con una bella sega.
    Esponi il tuo desio, o gran Sire venerando,
    in fretta, te ne prego, non vedi come bando?

    Re:

    Alla mia amata figlia, la pallida Ifigonia,
    da qualche tempo, prude la rorida begonia.
    O Sacerdote sommo, chiuditi in sacrestia,
    prendi l'uccello in mano e fanne profezia!

    Gran Sacerdote:

    Eseguo senza indugio i tuoi detti, o Signore,
    augurandoti in culo cazzi sessantanove.

    (il Gran Sacerdote esce da destra...)

    Ifigonia:

    Padre mio, padre mio,
    questa volta l'avro' anch'io.
    Sospirando quel belino
    voglio farmi un ditalino,
    domandandovi permesso
    vado a farmelo nel cesso.

    (Fa per avviarsi)

    Re (trattenendola):
    Rimani, o sconsigliata; il padre tuo diletto
    innanzi al popolo tutto ti grattera' il grilletto,
    mentre il Cerimoniere, memore del mio pegno,
    mi inculera' di dietro col suo cazzo di legno.
    Se con le bianche mani mi tiene su i coglioni
    vedrai nella mezz'ora quaranta polluzioni.

    Popolo :

    Noi siam felici, noi siam contenti,
    il re che L'ha duro in tutti i momenti;
    seguiamo l'esempio del caro sovrano.
    facciamoci forza, pigliamolo in mano!

    Gran Sacerdote (entrando) :

    Nel libro del futuro ho aperto uno spiraglio
    rompendo un culo vergine col mio peloso maglio;

    Re:

    I detti tuoi sapienti sian rapidi e fatali
    come fuor dell'ano i nodi emorroidali.

    Gran Sacerdote :

    Seguendo il tuo consiglio o re buono e sapiente,
    misi L'uccello duro sopra un braciere ardente,
    lessai il coglion sinistro, ne bevvi poscia il brodo,
    grande e divino auspicio traendone in tal modo:
    questa e' la frase magica che ho letto nel librone:
    "Nessuno vada in figa se privo di goldone,
    e che in figa a Ifigonia nessun metta l'uccello
    se prima non si svela l'arcano indovinello.
    Tra i principi del sangue dal bel tornito uccello
    bandito sia il concorso con un indovinello,,.

    Cerimoniere (al popolo) :

    Toccatevi i coglioni, se li avete.
    perche' vcdo transitare un prete.

    (Tutti si toccano i coglioni, e Ifigonia, che non li ha, con una mano tocca
    con leggiadria ed amore le grosse palle del Sovrano, ed esegue... con
    l'altra, seduta su di un orinale)

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di roidin
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    ricordo di altri 3d chiusi a causa delle 2 goliardiche poesie postate...
    Studiate il mondo, coltivate le lingue, pensate un poco meglio agli uomini che non alle cose che sono sopra di noi, lasciate gli arzigogoli metafisici ai frati.

    "Siamo sempre caricati, facciamo festa, andiamo al night e ci piacciono le mamme; ti pare che abbiamo la testa sulle spalle?"

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di sko
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    [supersaibal]Originariamente inviato da Pr1nc3_VR
    Mi pare un insulto alla poesia, tutto qua.
    Rispetto la sua opinione, sicuramentemente. [/supersaibal]
    ma sinceramente non credo che scriva poesie... penso sia un pezzo del suo "libro".

    ma che vuol dire "ho ucciso per un sms" con il resto lo sai solo te pero'

  9. #9
    [supersaibal]Originariamente inviato da robalzi
    cut[/supersaibal]
    Grazie di esistere.
    Vieni con me amò, sul grande raccordo anulaaaaaaaaare..che circonda la capitale, e nelle soste faremo l'amore. E se nasce una bambina poi la chiameremo.. ROMA!

  10. #10
    [supersaibal]Originariamente inviato da sko
    ma sinceramente non credo che scriva poesie... penso sia un pezzo del suo "libro".

    ma che vuol dire "ho ucciso per un sms" con il resto lo sai solo te pero' [/supersaibal]
    leggi Rat-Man?
    Vieni con me amò, sul grande raccordo anulaaaaaaaaare..che circonda la capitale, e nelle soste faremo l'amore. E se nasce una bambina poi la chiameremo.. ROMA!

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