Sono lì, nell'angolo dell'orto: uno bianco e uno nero.
Ci passo vicino ogni giorno 20 volte, e da almeno due settimane la stronza li guarda di sottecchi, senza farsi vedere, quando passo.
E rimugina, elucubra, ordisce: lo so.
Prima, la stronza mi ha indotto ad andare lì sotto, con una scusa talmente idiota che giusto io potevo bermela.
Poi mi ha detto che voleva solo togliersi la voglia, uno era lecito, uno: così non ci si pensava più.
E li ho guardati anch'io, finalmente, sia quelli neri che quelli bianchi; tanto guardare è lecito. Quelli bianchi hanno una goccia rosa, come un cristallo, che sporge: sembra zucchero fuso rosa.
Ok, uno te lo concedo.
Ok, uno anche nero.
Eh, ma guarda quello, è perfetto, non puoi lasciarlo agli uccelli.
Ne avrò mangiati almeno 50 (stima per difetto): è colpa sua, solo sua, ma come riesce a mentirmi e prendermi per il culo in quel modo?