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Discussione: 29 agosto 1980

  1. #1
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    29 agosto 1980

    Moriva 25 anni fa Franco Basaglia, l'uomo che capì che la follia è soggettiva, non è una malattia (oggettiva), che la psichiatria non può essere medicina, che la "cura" è comunicazione e relazione sociali. L'uomo che chiuse i manicomi con le sue battaglie ma che non riuscì a imporre successivamente la sua idea si servizi di igiene mentale diffusi sul territorio.

    Per l'anniversario era previsto oggi un articolo di Umberto Galimberti su Repubblica, ma non ho avuto modo di vedere se sia stato pubblicato.
    NO MP TECNICI PERCHE' NON NE CAPISCO NULLA, GRAZIE

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di TeoB
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    Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”. E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. “È forse perduto?” disse uno. “Si è perduto come un bambino?” fece un altro. “0ppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” – gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dètte la spugna per strusciar via l’intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatòri, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione piú grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!”. A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch’essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. “Vengo troppo presto – proseguí – non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano vedute e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre piú lontana da loro delle piú lontane costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta!”. Si racconta ancora che l’uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: “Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?”.

  3. #3
    E sarà abbastanza difficile riuscire a reperire "La Repubblica" stamattina. C'è in omaggio il super-pubblicizzato volume di un'enciclopedia. Ho girato quattro edicole per prendermi il giornale (che ho dimenticato in macchina).
    Un bacio può cambiarti la vita. Non sempre in meglio.
    Bloggami tutto

  4. #4

    Re: 29 agosto 1980

    [supersaibal]Originariamente inviato da agiaco
    Moriva 25 anni fa Franco Basaglia, l'uomo che capì che la follia è soggettiva, non è una malattia (oggettiva), che la psichiatria non può essere medicina, che la "cura" è comunicazione e relazione sociali. L'uomo che chiuse i manicomi con le sue battaglie ma che non riuscì a imporre successivamente la sua idea si servizi di igiene mentale diffusi sul territorio.

    Per l'anniversario era previsto oggi un articolo di Umberto Galimberti su Repubblica, ma non ho avuto modo di vedere se sia stato pubblicato. [/supersaibal]
    Con tutto il rispetto per le sue idee, mi chiedo quante famiglie siano state distrutte dalla comoda (per lo Stato) e goffa applicazione della legge Basaglia

    Con questo non voglio dire che sarebbe stato preferibile il mantenimento del regime manicomiale, ma solo che non si può affidare la maggior parte della cura di quelle persone alla buona volontà di una famiglia senza avere il forte e costante supporto di istituzioni locali, che il più delle volte è discontinuo e carente

  5. #5
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    [supersaibal]Originariamente inviato da Zero G
    E sarà abbastanza difficile riuscire a reperire "La Repubblica" stamattina. C'è in omaggio il super-pubblicizzato volume di un'enciclopedia. Ho girato quattro edicole per prendermi il giornale (che ho dimenticato in macchina). [/supersaibal]
    Io mi sono fatto dare dal giornalaio ieri il volume omaggio perchè sapevo che oggi non avrei avuto tempo, tanto arriva a loro in anticipo, ora ho mandato la segretaria a cercare il giornale, ma si è persa dalle 8.
    Tra mezzora vado io.
    NO MP TECNICI PERCHE' NON NE CAPISCO NULLA, GRAZIE

  6. #6
    splendida intuizione, tragica attuazione
    temporaneamente forumista eastwoodiano

    www.motoclubgame.it

  7. #7
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    Re: Re: 29 agosto 1980

    [supersaibal]Originariamente inviato da Berenicebis
    Con tutto il rispetto per le sue idee, mi chiedo quante famiglie siano state distrutte dalla comoda (per lo Stato) e goffa applicazione della legge Basaglia

    Con questo non voglio dire che sarebbe stato preferibile il mantenimento del regime manicomiale, ma solo che non si può affidare la maggior parte della cura di quelle persone alla buona volontà di una famiglia senza avere il forte e costante supporto di istituzioni locali, che il più delle volte è discontinuo e carente [/supersaibal]
    Lo dici a uno che in famiglia ha avuto casi e che ha visto quanto sia penoso per una famiglia.

    Ma Basaglia non voleva chiudere i manicomi per affidare i folli e il loro peso alle famiglie, voleva soluzioni "aperte" e umane, che non sono mai state fatte, se non a Trieste da Rotelli e Dall'Acqua.

    Da una tua giusta considerazione di questo tenore, in passato, pensai che tu avessi una "familiarità".
    NO MP TECNICI PERCHE' NON NE CAPISCO NULLA, GRAZIE

  8. #8

    Re: Re: Re: 29 agosto 1980

    [supersaibal]Originariamente inviato da agiaco
    Lo dici a uno che in famiglia ha avuto casi e che ha visto quanto sia penoso per una famiglia.

    Ma Basaglia non voleva chiudere i manicomi per affidare i folli e il loro peso alle famiglie, voleva soluzioni "aperte" e umane, che non sono mai state fatte, se non a Trieste da Rotelli e Dall'Acqua.

    Da una tua giusta considerazione di questo tenore, in passato, pensai che tu avessi una "familiarità". [/supersaibal]
    Nessuna familiarità, per mia fortuna, ma ho vissuto da psicologa:

    - l'ultimo periodo dei manicomi (tirocinio di 6 mesi nel manicomio di Roma, Santa Maria della Pietà) assistendo 'da dentro' al crescente disorientamento di pazienti ospedalizzati da anni, che avevano perso ogni contatto con le famiglie di origine e che di lì a poco avrebbero dovuto abbandonare un luogo 'conosciuto' e padroneggiabile, per negativo che fosse

    - le prime fasi del nuovo corso, con un altro tirocinio di un anno presso una clinica psichiatrica che offriva assistenza domiciliare, tastando con mano il malessere e lo sconvolgimento di pazienti e famiglie, mai sufficientemente supportati in questa rivoluzione

  9. #9
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    Re: Re: Re: Re: 29 agosto 1980

    [supersaibal]Originariamente inviato da Berenicebis
    Nessuna familiarità, per mia fortuna, ma ho vissuto da psicologa:

    - l'ultimo periodo dei manicomi (tirocinio di 6 mesi nel manicomio di Roma, Santa Maria della Pietà) assistendo 'da dentro' al crescente disorientamento di pazienti ospedalizzati da anni, che avevano perso ogni contatto con le famiglie di origine e che di lì a poco avrebbero dovuto abbandonare un luogo 'conosciuto' e padroneggiabile, per negativo che fosse

    - le prime fasi del nuovo corso, con un altro tirocinio di un anno presso una clinica psichiatrica che offriva assistenza domiciliare, tastando con mano il malessere e lo sconvolgimento di pazienti e famiglie, mai sufficientemente supportate in questa rivoluzione [/supersaibal]
    Ah tu sei psicologa?

    Ce ne sarebbe da dire!

    Ma è un altro discorso, ora nel mirino sono gli psichiatri e le loro pretese mediche.
    NO MP TECNICI PERCHE' NON NE CAPISCO NULLA, GRAZIE

  10. #10

    Re: Re: Re: Re: Re: 29 agosto 1980

    [supersaibal]Originariamente inviato da agiaco
    Ah tu sei psicologa?

    Ce ne sarebbe da dire!

    Ma è un altro discorso, ora nel mirino sono gli psichiatri e le loro pretese mediche. [/supersaibal]
    Se 'cura' è rincoglionire con psicofarmaci, ti garantisco che prenderli in famiglia o in un manicomio non fa gran differenza per un paziente, ma ne fa moltissima per una famiglia, nella stragrande maggioranza dei casi del tutto impreparata ad affrontare il problema di un congiunto con simili problemi

    In molti casi la reintroduzioni in famiglia di un 'malato mentale' ha avuto un effetto deflagrante sugli equilibri interni, creando situazioni di disagio non solo ai cosiddetti sani, ma anche ai 'malati', che solo, per l'appunto, uno psicologo era in grado di supportare o dipanare almeno in parte, e non certamente uno psichiatra abituato a trattare a suon di medicine
    ma come accade spesso in Italia, si fanno le nozze coi fichi secchi, pretendendo di risolvere con minimi investimenti di mezzi situazioni che avrebbero meritato grandi dispiegamenti di energie, economiche e professionali

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