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La radio? Peggio della tv
Inchiesta shock del Codacons: per gli ascoltatori l'offerta radio è di peggior qualità rispetto a quella televisiva
20/08/2005 - Da www.codacons.it:
Non si può dire che il Codacons non abbia ripetutamente attaccato la televisione, colpevole di aver abbassato sempre più la qualità media dei suoi palinsesti. Eppure dall'inchiesta da noi condotta risulta in modo netto e francamente inaspettato, che per i consumatori la radio è in condizioni ancora peggiori rispetto alla tv.
Persino sul tema delle repliche/ripetitività, la radio, nonostante mamma Rai aspetti l'estate per propinarci le repliche di tutti i telefilm esistenti, da Don Matteo a Derrick, sta messa ancora peggio: le canzoni sono sempre le stesse, difficile che una radio abbia una programmazione decisamente differente ed alternativa rispetto ad un'altra. "Dalla nostra inchiesta emerge chiaramente che le radio libere hanno perso quello spirito ribelle ed innovativo degli anni '70" ha dichiarato il presidente del Codacons, Avv. Marco Donzelli. "Ormai offrono sempre più programmi appiattiti, l'ascoltatore è intrattenuto con pettegolezzi, battute di basso profilo quando non addirittura volgari. Quasi inesistenti i servizi di approfondimento" ha commentato Donzelli. L'inchiesta è stata condotta anche con la collaborazione della nostra Associazione Radio Utenti Televisivi.
Ecco i dati emersi:
1) Informazione. I radiogiornali hanno una durata media di 2 minuti e vengono date circa 10 notizie: una media, quindi, di 12 secondi a notizia. Nessun approfondimento vero, salvo su poche radio note (Radio Radicale, Radio Popolare..). La lettura dei quotidiani, quando c'è, si limita a quella dei titoli.
2) Intrattenimento. Prevalentemente si commentano i pettegolezzi dei giornali scandalistici, si leggono oroscopi, ampio spazio viene dato a cartomanti e maghi. I personaggi più citati dai conduttori, dopo i cantanti ovviamente, sono, nell'ordine, i divi del cinema come Brad Pitt, George Clooney, Angelina Jolie, Monica Bellucci, i personaggi da gossip come Costantino, Briatore, Naomi Campbell, quelli della tv come Hunziker, Bonolis, le veline, ed infine quelli dello sport come Bobo Vieri e Valentino. Praticamente mai citati premi Nobel e rappresentanti delle istituzioni. Un poco più citati i leader politici.
3) Repliche/ripetitività dei programmi. Offerta musicale: il 90 % delle radio offre la stessa identica musica delle altre. In pratica vale la proprietà commutativa: cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Non solo, poi, è identica la musica offerta dalle diverse radio, ma anche all'interno della stessa radio la musica è sempre la stessa. Ogni singolo network, cioè, fa passare a ripetizione gli stessi brani. Le 10 canzoni famose del momento sono ripetute anche 7/8 volte nel corso della stessa giornata. Inutile dire che prevale di gran lunga la musica straniera su quella italiana. I programmi, infine, sono identici: classifiche dei dischi più venduti, dediche musicali.
4) Professionalità conduttori. La loro professionalità è messa in discussione, specie a confronto con i personaggi della televisione. E' messa in discussione anche la competenza musicale dei DJ. Si contesta, in particolare, la loro voglia di parlare dei cantanti più in termini di pettegolezzi (le loro relazioni sentimentali, gli aspetti scandalistici della loro vita o dei loro video .) che di fattori tecnici (composizione del gruppo musicale, collaborazione con altri artisti .). Spesso i DJ si limitano alla pura e semplice presentazione del brano musicale.
5) Volgarità. Oltre alle parolacce, decisamente più frequenti rispetto alla televisione, spiccano battute fuori luogo e fuori contesto. I tre bersagli preferiti sembrano essere: gay, pedofili, extracomunitari. Tra i personaggi più citati fuori contesto spicca il nome di Bin Laden, oggetto di numerosissime battute tra conduttori.
VVoVe: