Diciamo subito che quest’anno non l’abbiamo pensata molto bene. Complici una serie di casini che non sto qua a spiegare abbiamo deciso di pianificare le vacanza per i primi giorni di settembre. Che fare? Dove andare per unire mare e cultura? Saltano fuori un paio di proposte per poi buttarsi a capofitto sulla Spagna, più precisamente Catalogna e Valencia.
L’aereo non va bene (lei ha paura), il treno neppure (poi non siamo liberi di fare quello che vogliamo) quindi si opta per la comodissima auto (peccato che la patente ce l’ho praticamente solo io). Si parte, e la prima tappa non a caso è a Figueres. Logico che nessuno l’abbia mai sentito, la città è situata nell’entroterra in una regione chiamata Empordà, non c’è manco il mare ma in compenso c’è un fantastico teatro-museo di Salvador Dalì, tra i nostri artisti preferiti. Molto bello, un sacco di opere famose, tra quadri, ologrammi e strampalate invenzioni che ingannano la vista.
Seguiamo le orme del pittore e ci spostiamo per una breve visita a Cadaques e a Port Lligat, finalmente sul mare.
“Dai Annalisa, è una bellissima giornata! Andiamo a fare il bagno e a prendere il sole in quella bellissima caletta!” Peccato che l’acqua era praticamente ghiacciata...non me lo spiego ancora...vabbè, dopo un cortissimo bagno fino alla cintola risaliamo in macchina e ci spostiamo a Barcellona.
“Guarda un po’ dov’è l’ostello...cazzarola, manco ho preso una cartina...sarà caotica Barcellona? Carrer Nou de la Ramblas, bene! Secondo me è centrale...”
Dopo un’oretta e mezza di semafori e domande a persone che parlavano una specie di Spagnolo (era catalano infatti) arriviamo all’ostello...sorvoliamo sul trattamento riservatoci da quei bastardi (magari dopo se volete farvi due risate vi scrivo qualcosa)...esausti per il viaggio ci spariamo a letto.
Dai, ma Barcellona è tutt’altro che brutta. Gusti personali, il modernismo non mi piace molto, ma la Sagrada Famillia è un’opera d’arte e mi viene il magone a pensare che comunque Gaudì non abbia potuto vederla completata...e nemmeno io la vedrò completata e nemmeno i miei figli.
Poi c’è il fantastico quartiere gotico (lo adoro), con la cattedrale e un sacco di viuzze piene di drogati, spacciatori, stupratori ecc ecc.
Ricorderò Barcellona anche per una serie di altre cose, tipo Las Ramblas con le bancarelle abusive, i giocolieri , i mimi, le prostitute “gestite” da marocchini di 80 anni che vedevo dalla finestra dell’ostello, e dai 101 modi con cui hanno tentato di fregarci manciate di euri...e qualche volta ci sono pure riusciti.
Preoccupati ci avviamo verso Valencia. Dov’è Valencia? “Guarda Annalisa, è più a sud, proprio sullo stesso parallelo di Napoli! ”
Ancora più preoccupati ci avviamo verso Valencia, ma siamo in anticipo...fermiamoci in questa fantastica spiaggia. Deserta, ottimo, acqua limpidissima e tanti sassi quindi quando risaliamo in auto non riesco manco a sentire i pedali.
“Senti un po’...ma è proprio il caso di andare a Valencia? Non è che ci possiamo fermar prima e ci facciamo tre giorni di puro mare tipo nella spiaggia qua sopra? Ok, none, ormai abbiamo prenotato!”
Stiamo per entrare a Valencia, e piangiamo commossi vedendo una serie di casermoni stile Sesto San Giovanni, costruiti, ma soprattutto posizionati, con estremo gusto. Un’opera d’arte.
Invece no, Valencia è una città molto molto bella, incasinata come Barcellona, ma con una serie di palazzi molto carini, strade pulite, senza troppa malavita.
In particolare l’ostello ha stanze tappezzate di specchi...e altre cose fetish su cui sorvolerei :gnaro
Valencia vola via tra giretti in città, quadri di Goya, un pelo di spiaggia (sempre deserta, ma così deserta che non c’era nemmeno il bagno) e varie ed eventuali, ed è già ora di avventurarsi per il viaggio di ritorno.
Mmmm...che fame, ci fermiamo in un supermercato a prendere qualcosa per riempire lo stomaco. Io mi butto su un panino lungo mezzo metro, da riempire con del prosciutto, olive e formaggio...che bontà...lo consumo in macchina, dietro il supermercato, all’ombra di un albero striminzito, mentre uno zingaro mi guardava disgustato e il barbometro saliva di una manciata di punti e raggiunge il top.
Sono circa 1500km tra Valencia e Milano, spezziamo il tragitto fermandoci a Tarragona, con una fantastica cattedrale , e Avignone (visitata per 30 minuti causa vento e voglia di tornare a casa) con il celeberrimo ponte e il palazzo dei papi.
Abbronzatura per quest’anno a livelli minimi.