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Il paradosso: tre soglie per abolire ogni soglia
La nuova versione del proporzionale dà spazio anche ai «micropartiti»: aumenta il rischio della frammentazione
DI DI ROBERTO DALIMONTE
La Cdl insiste sull'introduzione di un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Ma il nuovo testo è molto diverso dal precedente. Innanzi tutto. è stata cancellata la norma che faceva sì che solo i partiti con più del 4% dei voti contribuivano a far scattare il premio di maggioranza.
Era un chiaro vantaggio per la Cdl, i cui partiti sono generalmente sopra la soglia, e un danno certo per l'Unione, che è una coalizione molto più frammentata: è un bene che la Cdl su questo ci abbia ripensato.
In compenso è stata introdotta un'altra "furbizia". Addirittura peggiore della precedente dal punto di vista dell'interesse del Paese. In un precedente commento sulla riforma elettorale della Cdl avevamo previsto che la soglia inizialmente prevista al 4%. per la ripartizione dei seggi proporzionali sarebbe stata abbassata al 2%. Ci siamo sbagliati. La soglia non è stata abbassata: è stata semplicemente abolita. Il meccanismo funziona così: per concorrere alla ripartizione dei seggi proporzionali e al premio eventuale una coalizione deve superare il 10% dei voti e deve avere al suo interno almeno una lista che superi il 2%. Se queste due condizioni sono soddisfatte gli altri partiti della coalizione possono avere tutti anche meno dell' 1% dei voti. Una formula del genere può piacere ai Verdi, Comunisti Italiani, alla Mussolini. Rauti . De Michelis: Di Pietro e così via. Soprattutto piacerà a Lombardo (il mago delle recenti elezioni catanesi) e a tutti quelli che troveranno in questa norma l'incentivo ad imitarlo. Assisteremo alla diffusione nazionale della "formula Catania". E in più avremo anche le liste 'Forza Roma' e simili. come abbiamo visto alle recenti elezioni regionali. in breve, si moltiplicheranno le reti per pescare voti e portarli nel gran calderone delle coalizioni "acchiappatutto".
Sarà la balcanizzazione del sistema partitico. Invece dì incentivare la formazione di grandi partiti, quei grandi partiti che esistono in tutte le grandi democrazie. Facciamo esattamente il contrario.
Eppure, se non fosse per il fatto che le elezioni sono alle porte, questa riforma potrebbe anche avere una qualche possibilità di successo. In fondo è fatta per piacere a tutti. Va bene ai partiti piccoli perché non hanno nulla da temere da una soglia che non esiste per chi è disposto a entrare in coalizione. Va bene ai grandi (si fa per dire) perché li libera dal fastidio del collegio uninominale e della spartizione dei seggi ad esso associato. Va bene a tutti, grandi e piccoli. perché contiene una terza soglia del 4% contro i partiti che non vogliono entrare in coalizione e quindi protegge i partiti coalizzati dalla concorrenza dei possibili esterni.
E una riforma che soddisfa il "principio di Pareto" : nessuno ci perde e magari qualcuno ci guadagna. Però, ci sono le elezioni alle porte. E questo cambia tutto. Perché l'Unione sa che nelle attuali condizioni le conviene andare al voto con l'attuale sistema. E questo alla fine permetterà di evitare un'ulteriore caduta verso la frammentazione.
In pratica si rischia di ritrovarsi una scheda elettorale come alle municipali a Catania