Si può secondo voi il passaggio dalla gioventù all'età adulta un pò ai vari passaggi logici/filosofici avvenuti nell'ottica di Leopardi nel passare del tempo?
Leopardi infatti ha iniziato sperando ad occhi chiusi nella bontà della natura, in un'entità suprema che bilanciasse il mondo ed è finito con il cadere nel totale pessimismo della società moderna.
Questo secondo me può essere prettamente collegato ad un bambino che cresce pieno di speranze e arrivato ad una certa età si accorge che molte delle sue speranze erano illusioni.
C'è anche da contare che Leopardi effettivamente ha iniziato a scrivere fin da giovanissimo quindi il suo punto di vista nelle scritture sarà stato legato molto all'età anche se 18 anni di Leopardi sarebbero ecquiparabili anche ad una trentina d'anni nell'era moderna.
Quindi è propio vero che possiamo associare, come diceva Leopardi, la felicità come una breve interruzione delle continue problematiche della vita? e se così fosse non potremmo semplicemente un pò "fregarcene" dei problemi e lasciar correre per goderci il più possibile l'esistenza?
Questa per me è una piccola riflessione post Leopardi, probabilmente molto influenzata dalle sue deduzioni. Probabilmente studierò un'altro autore avanti di un secolo e condividerò le sue innovative deduzioni ma per ora Leopardi si lega più che bene alle attuali problematiche