A dire la verità ne ho tanti.
Però ce n'è uno.
Sai quei piccoli problemi che sono piccoli in confronto ad altri, ma assolutamente imbarazzanti da risolvere? Tipo il senso della vita. O il numero delle zampe di un ragno.
Ecco, in questa società dove faccio il consulente c'è un'altra società. Come una matrioska. Quest'altra società cura la mensa e i caffè della società-contenitore.
Quindi fanno da mangiare a mezzogiorno e due volte al giorno passa la signora con il carrellino e ti porta il caffé.
Comodo. Poi la signora è riccia e gentile, arriva qui sorride, mi chiede come sto, oramai sa che lo voglio amaro e non devo neanche chiedere. Ma, c'è un "ma".
Ecco, il caffè fa cacare. Ma mica poco. E' come bere un bicchierino di tristezza. E' di quei caffé che non migliorano neanche zuccherandoli.
Mi direte: non prenderlo. Ma come faccio? La signora ci resta male, ci ho già provato, ma poi ho ceduto. E poi il suo guadagno sono i pranzi e i caffé ai dipendenti, io già non mangio a pranzo, si vede che mi porta il caffé proprio con passione.
Mi direte: buttalo in bagno. Uno mi da' fastidio buttare via la roba. Due, se mi becca? A parte la figura, ma le spezzo il cuore.
E ora è qui vicino a me, da bere.