Un ragazzo stava appollaiato sopra ad una panchina, piedi sulle assi, schiena curva, tanti libri, testa avanti. Nell'autunnale e abbastanza vaporosa mattinata d'ottobre guardava attravverso le tende di un folto e bruno sipario una scena non poi così d'avanguardia.
Sul palco, una serie di ragazzi e ragazze avanzava dal marciapiede verso l'autobus 9, pieno come al solito. Dovevano essere una ventina. Ed erano tutti uguali. Adolescenti.
Scarpe, pantaloni, felpe, magliette, cappellini. Tutti vestivano gli stessi abiti dell'amico o vagamente conoscente. Gli zaini, soprattutto, gli zaini. Uno status symbol, ovviamente tutti identici e della stessa marca.
Non erano gemelli, ma si capiva che la madre era la stessa.
Chinò la testa e il sipario si chiuse.
"Non erano gemelli, ma si capiva che la madre era la stessa".
Pensò ancora a questa frase. E si definivano anticonformisti.
Alzò il viso al cielo e dimentico del peso sulle spalle cadde con un tonfo sull'erba. Il cielo era umido.