Non passa giorno che non ci sia un episodio da raccontare sulle conversazioni da bus. Il romano, poi, è il tipico soggetto che non ha alcuna remora nel dire la propria, anche e soprattutto se non interrogato, senza alcun cenno di intesa: nada! Me lo spiego solo se faccio riferimento alla storia e ai principi del foro che arringavano la folla.
L'altra sera, per esempio, ero sul 61 verso p.zza crivelli, fermata vicino il moma (un locale). Si aprono le porte e "...'TACCI TUA!, ANVEDI 'STO STR**** COME HA PARCHEGGIATO!". Mi si avvicina. Lo guardo e penso subito a rivolgere l'attenzione altrove. Troverà un altro con il quale sfogarsi. No, tutto inutile, mi si pianta accanto.
- Ma tu vedi 'sto str**** come ha parcheggiato! Dico, che e strade non so più pe e persone!
- MA tu vedi se pe pijà il busse devo arrivà in mezzo a strada!!
Poi, rivolto verso l'auto parcheggiata con il proprietario nell'abitacolo:
- SE NON DOVEVO PIJà IL BUS TE LA FACEVO RIMOVE!! str****!!
- Che la strada non è più pei pedoni, solo pe machine e motorini
Io annuisco, e in effetti ci sono pure troppe cacche di cani.
Trovato l'assenso, sboroneggia un po'.
- MA tu guarda sto fijo de 'na mi***tta!! Non c'è più civirtà!!
Parte con il pistolotto su "io pago le tasse e blabla"; "Sì, sì certo, come no".
- Guarda, se c'avevo 'na penna, me segnavo il numero de targa e lo denunciavo, 'sto STRONZO!!"
Allora è il mio momento: "ne ho qui una, la vuole?".
Mi guarda stupito, si gira e scende alla fermata successiva.