«La rosa nel pugno nuovo simbolo», ovazione al congresso dei Radicali
Boselli attacca Rutelli: «Scelte integraliste»
Il segretario dello Sdi: «Dalla Margherita posizione sbagliata sul referendum». «Tra Prodi e Ruini sappiamo distinguere»
RICCIONE - Tutti in piedi per Enrico Boselli. Emma Bonino, Daniele Capezzone e poi ovviamente Marco Pannella, il più commosso di tutti. Al congresso radicale di Riccione finisce con una standing ovation per l'ospite d'onore, il segretario dello Sdi. I battimani erano scattati più volte durante il suo intervento, ma quando il leader socialista dice che proporrà al consiglio nazionale del suo partito di adottare la rosa nel pugno come simbolo del nuovo soggetto è un tripudio di applausi. Pannella, seduto nel pubblico, scatta come un centometrista quando Boselli scende dal palco e lo stringe in un grande abbraccio. La reazione dell'abbracciato è di meraviglia: «Neanche allo Sdi ho mai ricevuto un'accoglienza del genere».
Domenica di adrenalina e di novità per il popolo radicale. Si celebra la svolta radical-socialista, che è già nei fatti. La scena è tutta per Boselli che dal palco attacca con decisione la Margherita accusando il partito di Rutelli di aver compiuto una «scelta integralista» e di aver aderito al listone unitario solo perché costretta dal successo di Prodi alle primarie. È proprio con la posizione di Rutelli che Boselli spiega la decisione di uscire dal progetto della lista unitaria e di dar vita al nuovo soggetto politico con Pannella e soci. Secondo Boselli tutto è partito con il referendum sulla procreazione e «la presa di posizione di Rutelli in sintonia con quella del cardinale Ruini», in favore dell'astensione. «L'Ulivo - sottolinea - che è una creatura politica laica per definizione - non poteva sopravvivere alla scelta integraliste di una delle sue componenti fondamentali».
Strettamente correlata la questione della laicità. Tiene banco il botta e risposta con Prodi sul Concordato, anche se Boselli evita nell'occasione di affondare il colpo. Anzi, tende la mano al leader dell'Unione che si è detto contrarissimo a una revisione dei Patti Lateranensi. «Noi radicali e socialisti - precisa - non siamo contro il mondo cattolico nel suo insieme, come se fosse un tutto unico. Sappiamo distinguere le posizioni arretrate e oscurantiste del cardinal Ruini da quelle del Professor Romano Prodi». La difesa della laicità da parte del segretario dello Sdi è comunque a tutto campo, arrivando a chiamare in causa la più alta carica dello Stato. «Per fortuna - sbotta - abbiamo un Presidente della Repubblica come Ciampi che di fronte al Papa non ha avuto nessuna incertezza nel difendere la laicità dello Stato. È chiedere troppo che lo faccia anche il centrosinistra?».