Mi sveglio, ignaro dell'ondata di neologismi trash e demenziali che stava per far naufragare la navicella dell'ingegno di molti. Scendo, in cucina, apro il giornale. Sfoglio e saltando dalla guerra non voluta alle critiche ai politici inciampo in un articolo: "La satira é rock, la politica é lenta".
Un po' attonito e stordito dalla batosta sintattica, scuoto la testa e mi strofino gli occhi. Le parole sono ancora lì. Ma chi diamine paga questi tizi per fare degli articoli così idioti? Giro pagina, e trovo un invasione di "rock" e "lento". Giro ancora e l'armata non s'arresta. L'invasione umana era incominciata, e come un alieno il cui pianeta viene fulmineamente colonizzato, rimasi li, in pigiama, disarmato e sguarnito di ogni difesa.
Ma é possibile che se un tizio dice due parole a caso, mezza Italia incomincia a ripeterlo a pappagallo? Sì. Mangiamoci un buondì.