L'atmosfera è quella cupa e grigia, che accompagna ogni viaggio di partenza, quando si lascia un posto, voltandosi indietro e pensando ai momenti passati. C'è sempre vento, e c'è sempre qualcuno che si tira su il bavero, fingendo freddo, mentre in realtà è solo il bisogno di sentirsi più coperti, più al sicuro. Poi c'è lei, bella e sorridente, ma che adesso è triste e ti guarda con gli occhi tremanti.. ci sono migliaia di lei su ogni binario, alcune ti abbracciano, altre ti baciano, le più timide ti stringono la mano... In ognuna di lei c'è qualcosa che rivedi in tutte, ma non riesci a capire cos'è, eppure in quel momento sembran tutte uguali, come tante marionette sul palcoscenico di un teatrino, manovrato dallo stesso destino. I rumori ti scuotono dal torpore e dai pensieri, e senti quei fischi, decisi e prolungati che sanciscono la fine di ogni saluto. Quasi uno starter di una gara, dopo ogni fischio, c'è chi insegue il treno allontanarsi , chi lo rincorre, e chi con l'amaro in bocca, se ne va senza neanche voltarsi.. su ogni treno che parte, insieme ai passeggeri viaggiano i momenti futuri, che se ne vanno, con un biglietto di sola andata.. un biglietto che nessuno ti vende, che nessuno ti controlla, se non di tanto in tanto la tua malinconia che ti assale all'improvviso.
Poi ci son gli odori, diversi in ogni ora. quello forte e corposo del caffè alla mattina, e quello dei primi riscaldati nel pomeriggio, fino alla sera dove sono i combustibili a fare da padroni, e si trascinano fino al mattino seguente, quando il sole fa capolino..
Una stazione ne ha viste di cose, ne ha raccolte di lacrime, e soprattutto ha sentito non slo le voci, ma anche la parole onn dette, quelle rimaste dentro, quelle che pesano più del piombo. Una stazione, che sia centrale o di periferia, non ha una vita facile, lotta ognigiorno con i problemi degli altri, e non si può sfogare, non può raccontare niente a nessuno, e resta un catalizzatore di eventi silenzioso, che ti osserva nell'ombra. Non è facile essere una stazione, e soprattutto non è facile essere binario, ma il ruolo più difficile resta sempre quello di chi vede partire. Partire è un po' morire, dicevano i più saggi... beh... per me morire, è più restare e veder partire..