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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di marlin
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    scommettitori online...c'è il rischio che si chiudano i battenti...

    ....

    all'articolo 66 commi 11-14 si imporrebbe agli internet provider, gestori delle reti di collegamento web in italia, su segnalazione dei monopoli e del ministero delle finanze, l'obbligo di "oscurare" quei siti non autorizzati all'offerta del gioco sul nostro territorio.

    Finanziaria 2006: nel nuovo maxi-emendamento confermato il blocco dei siti esteri di scommesse .

    questo cosa vuol dire? che tutti gli internet provider d'italia saranno obbligati ad oscurare i siti di scommesse non autorizzati in italia.



  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di marlin
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    Finanziaria 2006: i bookmaker europei annunciano ricorso alla Commissione UE contro l'Italia

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    (n.t.) Uno scontro durissimo. Tra i principali bookmaker europei e il Ministero dell’Economia sul “ring” della Commissione Ue. Oggetto del contendere, i commi 11-14 dell’articolo 66 della Finanziaria, che tratta il comparto giochi e scommesse, secondo i quali, gli Internet provider che gestiscono le reti di collegamento web in Italia, su segnalazione dei Monopoli di Stato e dunque del Ministero dell’Economia, sarebbero costretti ad adottare “tecniche idonee” (oscurare) i siti non autorizzati su offerta gioco, scommesse e quant’altro, con multe agli inadempienti fino a 180mila euro. Riuniti nelle due associazioni Eba (European betting Association) e Rga (Remote Gambling Association). I principali “bookies” europei - che a questo punto rischiano sempre più l’oscuramento dei siti di scommessa attraverso una legge dal primo gennaio 2006 - dopo aver spedito il 31 ottobre una lettera di protesta a cinque Commissari europei (tra cui l’italiano Franco Frattini), preannunciano la presentazione di un ricorso alla Commissione Ue contro l’Italia. Tecnicamente i commi 11-14 dell’articolo 66 stabiliscono la facoltà per il ministero dell’Economia Monopoli di Stato (con la collaborazione della Polizia Postale e della Guardia di Finanza) di segnalare agli Internet provider o ai gestori di altre reti di comunicazione “i casi di offerta di giochi, scommesse o concorsi in difetto di concessione, autorizzazione, licenza o altro titolo autorizzatorio”. I destinatari delle comunicazioni avrebbero dunque “l’obbligo di inibire l’utilizzazione delle reti per lo svolgimento dei giochi, delle scommesse o dei concorsi pronostici (…) adottando a tal fine misure tecniche idonee. In caso di violazione dell’obbligo, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 30 mila a 180 mila euro per ogni violazione accertata”. Per i bookmaker internazionali, che ormai hanno acquisito grazie ad Internet decine di migliaia di clienti anche in Italia, tale provvedimento infrange almeno cinque principi di diritto comunitario:
    1- Libertà di stabilimento e di libera circolazione dei servizi in ambito Ue (articoli 43 e 49 del Trattato e recenti decisioni della Corte di Giustizia)

    2- Libertà di fornitura dei servizi di telecomunicazione (Direttiva 2002/20/Ec sull’Autorizzazione dei servizi e delle reti per le comunicazioni Elettroniche)

    3-Tutela dei dati personali (Direttiva 2002/58/Ec su privacy e Comunicazioni elettroniche)

    4-Aiuti di stato (articolo 87.1 del Trattato Ec)

    5-Notifica degli standard tecnologici e delle norme relativi ai servizi nella società dell¹Informazione (Direttiva 98/34/Ec)

    Per evitare le presunte violazioni, ed anche naturalmente la perdita di un ricchissimo business, lo scorso 31 ottobre i principali operatori continentali, che dalle loro basi in Scandinavia, Germania e Regno Unito offrono servizi in Italia in virtù della stessa normativa europea, hanno “avvertito”, con una lettera, i Commissari Europei direttamente competenti delle possibili violazioni in corso in Italia: Charlie McCreevy (Irlanda, Mercato Interno), Viviane Reding (Lussemburgo, Media e Informazione) Franco Frattini (Italia, Giustizia), Neelie Kroes (Olanda, Concorrenza) e Günter Verheugen (Germania, Impresa e Industria). La Finanziaria 2006 è scritto nella comunicazione inviata ai “ministri” europei è da considerare un nuovo tentativo del Governo Italiano di impedire l’accesso al mercato delle scommesse da parte di operatori esteri. Secondo Clive Hawkswood, Direttore generale della Remote Gambling Association (RGA) “Le resistenze della Commissione ad accogliere i nostri ricorsi hanno incoraggiato il Governo italiano a mantenere la propria normativa illegale sul gioco e, anzi, ad adottare nuove e più severe misure restrittive”. Didier Dewyn, Segretario generale della European Betting Association (Eba), sottolinea che “la Commissione deve fare qualcosa, assumendosi tutte le responsabilità del caso e assicurando il rispetto della legge europea. Un’azione urgente è necessaria, a meno che non vogliano spingere la comunità economica e finanziaria dell’Unione a ritenere che il concetto di mercato interno sia poco più di una scherzo”. Il prossimo passo è scritto infine in una nota per la stampa sarà la presentazione di un ricorso alla Commissione Europea contro la Finanziaria 2006 approntata dal Governo Italiano.
    www.agipronews.it - 2 novembre 2005 ore 12:15

  3. #3
    si chiama censura ,come avviene quotidianamente in cina
    love FireFox 0.8 ......bye bye Internet Explorer.

  4. #4
    Utente bannato
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    [supersaibal]Originariamente inviato da kaioh
    si chiama censura ,come avviene quotidianamente in cina [/supersaibal]
    la snai c'entrerà qualcosa?

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di marlin
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    [supersaibal]Originariamente inviato da aeterna
    la snai c'entrerà qualcosa? [/supersaibal]
    credo anche globet.it

  6. #6
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    e se passo per un proxy estero che succede...mi arriva tremonti direttamente a casa a disabilitarmi la connessione? (ovviamente si porterà dietro urbani che, come noto, è il tecnico informatico del consiglio dei ministri)

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di miki.
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    [supersaibal]Originariamente inviato da s|n3
    e se passo per un proxy estero che succede...mi arriva tremonti direttamente a casa a disabilitarmi la connessione? (ovviamente si porterà dietro urbani che, come noto, è il tecnico informatico del consiglio dei ministri) [/supersaibal]
    infatti, ho pensato anch'io subito al fatto che con un proxy bypassi il problema
    You cannot discover new oceans unless you have the courage to lose sight of the shore

    Caro Dio, quando nelle preghiere ti chiedevo di far morire quel pedofilo truccato, liftato,mentalmente disturbato e di colore indefinibile, non intendevo Michael Jackson.

  8. #8
    Utente bannato
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    [supersaibal]Originariamente inviato da s|n3
    e se passo per un proxy estero che succede...mi arriva tremonti direttamente a casa a disabilitarmi la connessione? (ovviamente si porterà dietro urbani che, come noto, è il tecnico informatico del consiglio dei ministri) [/supersaibal]
    tecnico! VVoVe:

  9. #9
    come in Cina
    LEGA NORD

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di marlin
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    La Casa delle Libertà, quella che voleva mettere i casinò in ogni regione italiana, ha inventato un'altra riforma liberale: vietare l'accesso ai siti on line dei bookmakers stranieri. La norma è contenuta nell'ultima finanziaria ed è semplicemente folle.

    LIBERI DI GIOCARE (SOPRATTUTTO ON LINE)
    di Mario Adinolfi per Europa

    In principio fu Larry Flynt
    Scusate se la prendo alla lontana, scusate se il tema vi può sembrare marginale, ma vi assicuro che non lo è. Devo partire dal 1988 quando in un memorabile processo il popolo americano chiamò Larry Flynt (www.larryflynt.com) a passare per la cruna dell’ago. Flynt era un editore di riviste pornografiche e si rivolse alla Corte Suprema per veder tutelato il proprio diritto alla libertà d’espressione, visto che quei giornali (tra cui il più noto, Hustler). Ottenne un verdetto unanime a proprio favore. Quel processo ispirò nel 1996 uno splendido film firmato da Milos Forman, che vinse tra l’altro l’Orso d’Oro al festival di Berlino. Per la prima volta l’eterogenesi dei fini fece sì che confini più ampi di libertà fossero disegnati grazie ad uno strumento di certo non commendevole, come l’editoria pornografica.

    Una pagina sul Corsera
    Sul Corriere della Sera di ieri John Whittaker, executive managing director della Stanley International Betting Ltd. (www.stanleybetinternational.com) ha fatto stampare a pagamento una propria lettera aperta al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per denunciare l’ennesimo atto illiberale della cosiddetta Casa delle Libertà. Nelle pieghe della legge finanziaria c’è infatti una norma che è insieme ridicola e pericolosa: si fa divieto agli operatori delle telecomunicazioni e ai provider di accesso a Internet, sotto pena di pesanti sanzioni, di consentire l’utilizzo delle loro reti ai fornitori di servizi di gioco e scommessa che non siano concessionari ufficiali italiani. La norma è ridicola perché, come ricorda Whittaker che chiede in proposito un appuntamento a Ciampi, è ovvio che non si può vietare ai bookmakers comunitari di operare in Italia e qualsiasi legge che ne limitasse l’attività verrebbe impugnata davanti alle corti europee come turbativa della libera concorrenza e del libero mercato. La norma è anche pericolosa perché rappresenterebbe il primo caso di oscuramento di siti web per decisione dello Stato nella storia di Internet nelle società occidentali.

    Come in Corea, Cina e Iran?
    Il divieto di accesso ai siti dei bookmakers europei in Italia somiglierebbe troppo al divieto di accesso ai siti pornografici (arieccolo, il porno) che esiste ad esempio in Iran e in Arabia Saudita, o al divieto di accesso a fonti occidentali di informazione che viene operato sul web in Corea del Nord, Cina e a Cuba. Nessun paese occidentale ha mai pensato di poter davvero oscurare parte di ciò che gira sul web, anche se probabilmente spesso si tratterebbe di una censura persino sensata. Ma la Rete è sinonimo di libertà e sarebbe paradossale che un governo che inneggia alla libertà persino nelle sue insegne si segnali al mondo intero come il primo governo occidentale a tentare una limitazione della libertà d’accesso ai siti Internet.

    Per fatto personale
    Va bene, adesso non mettetevi a dire che scrivo per fatto personale. Sì, lo ammetto, sono uno scommettitore, persino incallito. Sul mio blog dispenso consigli settimanali sulle quote migliori e, non è per dire, ma raramente sbaglio. Non sono un fan del porno, però. Anche se noto che le stesse nazioni che limitano Internet sono anche prive dell’accesso ai film per adulti nelle camere d’albergo. E stai a vedere che web e porno sono le due strane gambe su cui cammina il tasso di libertà di una società. Ma non dilunghiamoci: reclamo il diritto a scommettere via web sul bookmaker che offre le quote migliori. Per tanti motivi, non ultimo quello che considera la sfida al caso come un nobile tentativo di rivincita disperata sul caos e non occorre Dostoevskij per capirlo (comunque, rileggere Il Giocatore non fa mai male). Soprattutto, mi vergognerei di vedere limitazioni di Stato al web in Italia. Sarebbe una pesante sconfitta per tutti. E se in pieno decennio conservatore reaganiano Larry Flynt ha vinto alla Corte Suprema statunitense con le sue riviste pornografiche, figuriamoci il mazzo che ci fa il signor Whittaker davanti ad una qualsiasi corte europea.

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