A volte ti accosti ai grandi misteri della vita in modo inconsueto e casuale, con quel disincato che appartiene alle grandi vittorie o alle clamorose sconfitte. L'altro giorno sul solito quotidiano, mi sono imabattuto nell'icona che ha fissato nella nella mente l'oggetto di questo mistero: Bruno Vespa.
Sì, lui, il sacerdote ondivago della televisione italiana. L'uomo che incarna l'ago della bilancia del piccolo schermo, che osserva, ossequia, lusinga gli ospiti nel confortevole salotto dello studio, cornice ideale per i toni adulatori e mezzani. Mi sono soffermato sulla sua foto che fa da sfondo alla reclame del suo ultimi libro, con quella posa da studioso che scandaglia nel profondo dell'animo i tumulti del proprio interlocutore. Che piglio, ragazzi, si vede proprio la stoffa del cronista scafato, quello della vecchia scuola. Poi ho letto il titolo del libro: "Le stagioni dell'odio: dalle leggi razziali a Prodi e Berlusconi". Di primo acchitto mi sono chiesto: ma quanti cacchio di libri scrive Bruno Vespa?!! E stai bono, fijo mio!!!