[supersaibal]
Originariamente inviato da figaro
La sequenza iniziale e finale, una dissolvenza incrociata di luci di città, come tante anime erranti nel buio universo urbano, costituiscono la rassegnata metafora evocativa dello scontro di molteplici solitudini. Semplici solitudini, solitudini culturali, solitudini razziali, solitudini amorose, solitudini di potere;
con le piccole violenze e le sopraffazioni quotidiane a limitarne il confine, a erodere la tolleranza, a mortificarne la dignità. Un piccolo male che non uccide, ma che stravolge e avvelena le esistenze. E' per questo che nessuno dei personaggi è cattivo o buono in senso assoluto, come capita con i modelli correnti che vogliono contorni a tratti netti.
Sono rimasto un po' deluso, lo dico francamente. Non che il film sia brutto, questo no. E' che è tutto un po' già visto, sentito, intuito. Anche il montaggio a rapidi episodi. Mi sembrava "21 grammi", per la collisioni esistenziali o "magnolia", o ancora, andando più indietro, "america oggi". Il tutto risulta meno incisivo del solito, forse perché siamo abituati a certe storie, forse perché le viviamo più spesso che sullo schermo. [/supersaibal]