ROMA - E' razzista non servire in un bar il caffè a clienti extracomunitari. Nuova sentenza della Cassazione in tema di discriminazione razziale. La Suprema corte ha confermato la condanna a 4 mesi di reclusione nei confronti di L.Z., un barista di 43 anni di Verona che dal giugno '98 al 14 novembre del '99 si era sistematicamente rifiutato di servire le consumazioni. Finché un giorno due nordafricani, lavoratori con regolare permesso di soggiorno, chiesero l'intervento.
Il rifiuto di servire il caffè agli extracomunitari, era stato messo in pratica anche dalla sorella del gestore del bar,. E.Z. (condannata separatamente) che, il 14 novembre del '99, di fronte alla richiesta di due nord africani, aveva risposto "questa è la mia casa e do il caffè a chi voglio io".
Di fronte alle insistenze dei due, che nel frattempo avevano chiesto l'intervento della polizia, la sorella aveva chiamato il fratello che, aveva ribadito il rifiuto, invitando i due immigrati ad aspettare fuori dal locale le forze dell'ordine. Nemmeno l'arrivo dei poliziotti aveva scoraggiato il barista che aveva confermato loro di non intendere servire nel proprio locale gli immigrati "per non avere problemi a causa loro".
Non solo. L.Z. aveva confermato che "da tempo osservava la prassi di non servire gli extracomunitari, in particolare i nord africani, a causa dei disordini che erano soliti provocare quando abusavano nel bere e che avevano determinato la chiusura temporanea di altri bar vicini". Una autodifesa inutile.
La III Sezione penale (sentenza 46783), respingendo il ricorso ha confermato la condanna mettendo in chiaro che la discriminazione razziale è "ravvisabile in atti, individuali o collettivi, di incitamento all'offesa della dignità di persone di diversa razza, etnia o religione, ovvero in comportamenti di effettiva offesa di tali persone, consistenti in parole, gesti e forme di violenza ispirati in modo univoco da intolleranza".
E tra gli atti di discriminazione, scrive ancora il relatore Aldo Grassi, deve essere inserito anche "il comportamento di colui il quale imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire ad uno straniero beni o servizi offerti al pubblico".
Inoltre i due nord africani "non risulta che, quel giorno, nè in passato, avessero mai tenuto comportamenti tali da renderli pericolosi o indesiderabili, anzi in sede di merito - rimarcano ancora gli 'ermellini' - è stato accertato che erano muniti di regolare permesso di soggiorno ed avevano avuto atteggiamento rispettoso".
Dunque la Suprema corte ha fatto una mezza marcia indietro rispetto ad una pronuncia di un paio di settimane fa, quando aveva giudicato con una certa tolleranza l'espressione 'sporco negro'. E per sgomberare il campo da ogni dubbio, la Cassazione cita anche la Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale con la quale si è voluto "assicurare pari dignità sociale ai cittadini di ogni Stato e a reprimere penalmente i comportamenti che costituiscono espressione di discriminazione razziale o etnica".
http://www.repubblica.it/2005/l/sezi...zzi/razzi.html
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Ieri 6 marzo 2005 in una piazza di Castagnola, vicino a Lugano, si è tenuta una manifestazione organizzata dalla Lega Nord.
Alla manifestazione hanno partecipato cinque ministri, o ex, di questo governo: Bossi, Calderoli, Castelli, Maroni e Tremonti.
I manifestanti hanno acclamato i ministri e hanno cantato:
"SIAMO PADANI, ABBIAMO UN SOGNO NEL CUORE, BRUCIARE IL TRICOLORE".
http://www.beppegrillo.it/2005/03/_foto_wwwrepubb.html
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