Aiuto, Internet è rotta!
di Luca Castelli
Internet sta male. Ha bisogno di cure radicali. Il grido d'allarme arriva dal MIT, il Massachussets Institute of Technology, l'istituto americano più citato quando si parla di reti informatiche e nuove tecnologie. Sull'ultimo numero della sua rivista "Technology Review", compare un lungo articolo dal titolo eloquente - "Internet is Broken" - nel quale David Talbot fornisce un check up completo e piuttosto pessimista sulla salute della Rete.
Il problema riguarda la sicurezza ed è ormai strutturale. Negli ultimi anni, man mano che Internet veniva attaccata da virus, spyware, malware e quant'altro, si è sempre risposto creando delle "patch" specifiche per il problema: delle toppe da cucire ogni volta che si apriva una falla. Oggi, scrive Talbot, questo sistema non è più sostenibile. La Rete è ormai fragilissima e si è arrivati vicini al punto in cui per salvarla non basterà più una toppa, ma bisognerà rivoluzionarne la struttura.
L'articolo riporta i commenti di varie personalità del Web, tra cui i pionieri David D.Clark e Vinton Cerf. Clark avverte che "potremmo essere arrivati al punto di flessione della parabola di Internet, quello in cui la sua utilità non cresce più, ma inizia a calare". Cerf ammette i problemi ma suggerisce di non cercare la soluzione in un network più complesso: "per essere efficiente, la Rete deve rimanere semplice; al massimo sono i terminali che devono essere resi più intelligenti e sicuri".
I dati snocciolati da Talbot sono implacabili. Si va dallo studio IBM secondo cui la prima metà del 2005 ha visto un aumento del 50 per cento degli attacchi informatici al sondaggio di Pew Internet and American Life Project che riporta un 43% di utenti americani alle prese con problemi di spyware e adware, per arrivare fino allo spam, che secondo un rilevamento Symantec ha ormai raggiunto il 60% delle mail che circolano nel pianeta.
"Internet sembra la Times Square di New York degli anni '80", scrive ancora Talbot. "Un luogo eccitante, vivace, ma dove bisognava stare sempre con gli occhi aperti per non finire nelle grinfie di spacciatori, rapinatori o psicopatici. Oggi Times Square è stata ripulita, mentre Internet continua a peggiorare". E i problemi si fanno sempre più pressanti, soprattutto se si considera che la Rete diventa man mano più vulnerabile proprio mentre cresce la dipendenza del mondo dalle sue funzioni.
Quale strada percorrere? Talbot cita l'esperienza della National Science Foundation, un ente americano impegnato in un progetto di lunga durata (dai 5 ai 7 anni) per sviluppare una architettura di rete alternativa. Lo stanziamento economico previsto è tra i 200 e i 300 milioni dollari e il progetto è supportato dal governo americano. Bisognerà però vedere, soprattutto all'indomani del turbolento vertice di Tunisi, se gli altri paesi saranno d'accordo che siano solo gli Stati Uniti a sviluppare l'Internet del futuro.
Quello che è certo è che bisogna fare in fretta. Secondo un altro esperto, Jonathan Zittrain dell'Università di Oxford, se non siamo ancora stati testimoni e vittime di un attacco catastrofico alla Rete il merito è paradossalmente della moderazione degli autori dei virus. "Prendi uno dei dieci virus più diffusi, aggiungi un po' di veleno, e un martedì mattina qualsiasi il mondo si sveglierà senza essere più in grado di connettersi a Internet".