Da ragazzino, come era d'uso, in occasioni quali sacramenti e compleanni, ricevetti, da conoscenti più o meno prossimi, desiderosi di far bella figura senza spendere troppo, libri in regalo. Ricordo una bella serie dell'editore Mursia, con sovraccoperta, rilegatura robusta, ottimo profumo di buona carta. Svariati titoli, fra i quali rammento con chiarezza "Le avventure di Ettore Servadac" e la "La macchina del tempo". Lessi con piacere quei libri ed anche provai la soddisfazione dell'ammirarli, in fila, sulla mensola, insieme ad altri volumi della medesima collana. A questo punto di questo mia sommessa rievocazione, qualcuno potrà domandarsi: e l'autore? Chi erano gli autori di codesti capolavori? Qui stà il punto: gli autori, a quell'epoca della prima giovinezza, almeno per me, non contavano niente. Essi stavano scritti, giustamente, sulla copertina, ma, a me, lettore, interessava esclusivamente il libro, le storie narrate e, semmai, le eventuali illustrazioni. Accadeva anche per i films. Ricordo, un po' più avanti nel tempo, d'aver assistito, nel cinema improvvisato in parrocchia, alla proiezione di "Per un pugno di dollari", divertendomi e nulla curandomi del nome del regista.
Purtroppo, a causa dell'eccessivo profitto scolastico, decisero di mandarmi al Liceo e quindi, inesorabilmente, così come da piccoli si prende la scarlattina, così da adolescente divenni quasi un intellettuale. A quel punto, quei nomini in corpo dodici scritti sopra il titolo dei libri, divennero importantissimi, come del resto anche i nomi dei registi. L'autore, ecco cosa conta. Difatti anche i grafici delle case editrici lo sanno, per cui il titolo e l'autore sono spesso eguali, entrambi in un ipertrofico corpo 120. Per i film non ne parliamo, stessa solfa.
E se contasse invece ciò che è scritto?
La conseguenza di questo dilatarsi molesto della figura dell'autore la si riscontra anche nell'atteggiamento, nell'intimo convincimento, dei tanti (troppi, troppissimi) che si senton scrittori. Non sognano di scrivere un bel libro, bensì d'essere un grande autore, e poi andare in televisione a discorrer di tutto, dall'antropologia al giardinaggio pensile.
Tutto lecito per carità, ma al sottoscritto però, piacciono i libri, mica gli autori, come del resto piace la pizza, mica i pizzaioli.
Ovviamente in queste scarne righe non troverete annotati i nomi degli autori dei libri suesposti, giacchè, in definitiva, non ha alcuna importanza.