Questa è una storia complessa, e con diversi excursus, che ha provocato in me più di un pensiero. Ieri sera, dopo le prove musicali, ci siamo trovati in un pub noi seguenti personaggi:
- Io (bubu)
- Attila (batterista)
- Dave (chitarrista)
- M. (ragazza di dave)
A un certo punto non si sa come, salta fuori il discorso che M. associa i numeri alle persone.
Dave: - E io che numero sarei?
M.: - Tu sei un SETTE!
Attila: -
Bubu: -
Dave: -
M.: - Ma sì dai! Guardatelo, è chiaramente un SETTE!
Attila: - E io?
M.: - Tu sei un OTTO! E Bubu è un NOVE.
ADB: -
Bubu: - E Ale che numero è? (Ale è un nostro conoscente non presente)
M.: - Nessun numero! Ale è un cancelletto (#)
Da lì cominciamo a prendere per il culo la povera M. utilizzando tutte le più banali e fin troppo facili battute sulla particolarità del cervello femminile.
Dopo poco ci raggiunge un nuovo personaggio:
- L. (mia ragazza)
L. bestemmia contro una macchina parcheggiata fuori dal locale dicendo:
L.: - Ho rischiato di sverniciarla! ma si può parcheggiare così?
Io, Attila e Dave guardiamo dalla finestra del pub la macchina parcheggiata incriminata, e notiamo che tra lei e il muro non solo ci sarebbe passata agevolmente qualsiasi automobile, ma anche una parata di Autosnodati messi per traverso con tutte le bandierine a corredo. Al che, ovviamente, si continua sul tenore deviando le prese per il culo sull'ancora più scontato e becero canale dell'incapacità ginoautomobilistica.
(Piccola parentesi. Il Dave tira fuori una spiegazione geniale che fa rotolare per terra me e Attila. Dice che le donne hanno una malformazione genetica alla retina, per la quale quando entrano in macchina la visuale si trasforma come se montassero un obiettivo a "occhio di pesce" al contrario, facendo apparire enorme la propria automobile e piccolissimo tutto il mondo esterno)
Questo simpatico siparietto degno del bagaglino giunge alla frase fatidica di Attila.
Attila: - Siete assurde! Questa che se ne viene fuori che le persone sono dei numeri!
L.: - In che senso?
Dave: - M. associa dei numeri e dei simboli alle persone. AUHAHAHAAHAH
Attila: - AUAAUAHAAUA
Bubu: - UAUAHAHAHUUAH
L.:- Ah! beh, tu sei un SETTE, Dave, Attila è un OTTO e Fra è un NOVE, è chiaro.
M.: VISTO? VISTO? NON SONO IO ASSURDA!
Attila: -
Bubu: -
Dave: -
M. ed L. cominiciano a parlare tra di loro.
M.- E questi mi pigliavano per il culo! Per esempio, Ale, che simbolo è?
L.- Ale è un cancelletto!
M.- Vero?!!?
L.- Sì, quando è seduto sembra un cancelletto!
M.- ahahahhahah! uguale!
L.- perché quei tre stanno cambiando tavolo?
M.- Boh, lasciali fare, tanto non capiscono niente.
Tutto ciò è assurdo, ma è capitato per davvero. Non hanno potuto mettersi d'accordo prima perché non si conoscono neanche.
Mistero? Prodigio? Illusione?
Questo noi preferiamo chiamarlo "Ai confini della realtà"
per chi non è interessato a tutto ciò e non può esimersi dall'esprimerlo con frasi tipo "e ar popolo?" e via dicendo: io ti capisco, non è colpa tua, ma della struttura scolastica italiana che non ha abbastanza insegnanti di sostegno.