Fiorani: "Incontrai Berlusconi
per l'Opa Bpi su Antonveneta"
Le ammissioni del banchiere: "Ho visto il premier due volte, una in Sardegna"
Fidi di 4,5 milioni a Veronica Lario per "Il Foglio"
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MILANO - "Ho incontrato Berlusconi in diverse occasioni. Almeno due. Una in pubblico. Un'altra in Sardegna". A parlare è Gianpiero Fiorani, durante uno dei primi interrogatori dopo l'arresto. Di fronte a lui ci sono i pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti. Gli chiedono dei suoi rapporti con Silvio Berlusconi, emersi da alcune telefonate. E Fiorani non si tira indietro. Conferma. E spiega che l'obiettivo di uno degli incontri era informare il Cavaliere della scalata ad Antonveneta: l'operazione che cinque mesi più tardi avrebbe fatto finire Fiorani a San Vittore.
I contatti tra il Cavaliere e i "furbetti del quartierino" erano emersi dalle intercettazioni nella notte-chiave dell'inchiesta: il 12 luglio, quando Antonio Fazio chiama al telefono Fiorani e lo avverte che Bankitalia ha dato il via libera alla scalata Antonveneta.
Alle 0,20 Fiorani chiama Emilio Gnutti, che è a cena proprio con il Cavaliere, e si raccomanda: "Riferisci al Presidente di chiamare il Number One", ovvero Fazio. Infine Gnutti chiama la moglie Ornella e racconta anche a lei: "Il Governatore ha firmato proprio un minuto fa... Berlusconi è qui con me e ha parlato in diretta con Fiorani, gliel'ho passato io al telefono". E Gnutti aggiunge a Fiorani di aver parlato a Berlusconi anche della scalata al Corriere della Sera: "Gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano".
Ma non basta. Gli investigatori si erano soffermati anche su un'altra telefonata considerata rilevante, quella di venerdì 1 luglio 2005. Una conversazione tra Stefano Ricucci e Adriano Galliani, presidente del Milan. Galliani: "Il grande Presidente mi sembra che t'ha fatto un "assist" mica da poco". Ricucci: "Eh sì, domani lo vedo".
Secondo gli investigatori il "grande Presidente" sarebbe Berlusconi. Il giorno successivo alla conversazione, sabato 2 luglio, alle 9,28 del mattino l'Ansa annuncia: "Il presidente del Consiglio ha lasciato Roma stamane. Silvio Berlusconi è uscito da Palazzo Grazioli poco dopo le 9". L'incontro tra Ricucci, Fiorani e Berlusconi è avvenuto quel giorno, alla vigilia dell'assalto finale ad Antonveneta? E di che cosa si sarebbe parlato? Fiorani ai magistrati ha spiegato che voleva mettere al corrente dei suoi progetti il Presidente del Consiglio.
E in un altro interrogatorio più recente Fiorani avrebbe illustrato ai magistrati anche il senso del contatto tra Gnutti e Berlusconi in cui il presidente del Consiglio viene informato della scalata di Stefano Ricucci al Corriere della Sera.
Legami del gruppo e della famiglia di Berlusconi con la banca di Fiorani emergono intanto dal monitoraggio dei conti correnti presso la Banca Popolare Italiana. Sarebbe emerso così un affidamento consistente (4,55 milioni di euro) della Bpi in favore dell'editore del giornale Il Foglio la cui legale rappresentante è Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, moglie del Premier.
Niente di illecito, va precisato: come anche nel fido da 30 milioni di euro che la Popolare di Lodi nel 2002 offre a Paolo Berlusconi, fratello del Premier, per pagare una maxi-multa da oltre 50 milioni patteggiata nel processo per la discarica di Cerro. Nell'ottobre dello stesso anno il fratello del Cavaliere chiede un altro fido: 10 milioni di euro. E all'attenzione della Finanza è finito un altro movimento Lodi-Arcore di valore decisamente rilevante: 15 milioni di euro. Destinataria del prestito è Forza Italia.
Nel 2002 il Presidente del Consiglio firma una fideiussione personale per far ottenere al movimento azzurro il prestito. Infine nel 1999 la società di produzione e distribuzione cinematografica Medusa, anch'essa della galassia Mediaset, ottiene un fido da 10 miliardi di lire.